Romiti, l’inizio alla Bombrini, ma il suo cuore era alla Fiat

Sarà sempre Enrico Cuccia a soccorrere la Fiat nei momenti di difficoltà, con la garanzia che Romiti rimanesse nella sua posizione.

Romiti sapeva gestire il potere a difesa esclusiva della sua azienda, non accettava nessuna incursione politica e sindacale.

Cesare Romiti e Gianni Agnelli (foto Ap). Un’immagine rappresenta meglio di ogni parola, il rapporto tra Cesare Romiti e Gianni Agnelli: durante i funerali dell’Avvocato, nel Duomo di Torino, il Dottore rimase in piedi per tutto il durare della funzione, senza mai sedersi tra le autorità presenti. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Tra le prime visite quella dell'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Una delle due persone, insieme a Fedele Confalonieri, che mi convinse a cambiare lavoro" questo il suo commento all'uscita della sala. (Corriere TV)

Così l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, uscendo dalla camera ardente di Cesare Romiti. "Un grande uomo, che lascia un grande vuoto non solo in chi gli ha voluto bene e lo ha stimato come me, ma in tutto il nostro Paese". (Repubblica TV)

Per oltre sessant’anni è stato un manager rampante, a lungo protagonista della vita industriale e finanziaria italiana. Romiti viene chiamato in Fiat nell’autunno del 1974, in piena crisi petrolifera che metterà in forte difficoltà l’industria dell’auto. (Il Gazzettino)

Quando conobbi l’Avvocato mi disse “Fassino, l’ho voluta conoscere perché in questa città ci sono due poteri. Romiti capì allora che aveva spazio per rovesciare la situazione e assecondò in questo modo la promozione della marcia dei 40.000. (La Stampa)

Che comunque portarono a piani di investimento alternativi per il Mezzogiorno: la Fiat come industria italiana per lo sviluppo del Paese. Non ricordo gli anni '80 ma proprio il 1980: un momento di grande contrapposizione con le sigle. (ciociariaoggi.it)

Ma non è di questo che vogliamo parlare nel nostro bar dell’economia, bensì di ciò che Romiti e il romitismo hanno rappresentato per l’Italia di oggi. La narrazione oggi prevalente, ben diversa rispetto a qualche anno fa quando Romiti era a capo di RCS, è quella di Romiti manager cattivo e Ghidella ingegnere bravo, ma si può dire che avessero ragione entrambi. (Indiscreto)