«La nuova Commissione Ue ora cambi la Politica agricola»
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Sulla riforma della Politica agricola Ue serve una netta inversione di tendenza. Un vero e proprio cambio di passo rispetto a una congiuntura che, come la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha scritto nella lettera di incarico al neo commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, «è stata contrassegnata da troppe scelte iperambientaliste». Un deciso cambio di rotta rispetto a una stagione nella quale l’agricoltore è stato visto come parte del problema ambientale e non come un alleato sulla strada della soluzione. (Il Sole 24 ORE)
Se ne è parlato anche su altri media
Certo, ci sono state dentro i gruppi politici delle questioni nazionali che hanno influenzato il voto, ma abbiamo una Commissione europea solida che parte con voti importanti”. Roma, 28 nov. (Agenzia askanews)
Un po’ di trumpismo non guasta, avranno pensato in Commissione Ue oggi. La vicepresidente con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in sessione pubblica al Consiglio Ue della Competitività ha infatti dichiarato che il «futuro dell’industria dell’automotive deve essere Made in Europe». (Italia Oggi)
Alla fine, nonostante i veti incrociati tra i gruppi parlamentari, la commissione-bis di Ursula von der Leyen ha incassato il via libera per un nuovo mandato quinquennale, che inizierà il 1° dicembre. (ilmessaggero.it)
Il Partito popolare europeo «è il centro di gravità politico» di questa Europa ed è da questa posizione privilegiata che intende governarla. (La Stampa)
La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, tira un sospiro di sollievo, può dormire sonni tranquilli e concentrarsi sulle vacanze di Natale ormai alle porte. Dopo l’impasse sulla nomina dei commissari Raffaele Fitto e Teresa Ribera e sul loro ruolo dei vicepresidenti esecutivi, il Parlamento europeo ha dato l’assenso al nuovo assetto della Commissione europea, che assumerà le sue funzioni il 1° dicembre. (Città Nuova)
ROMA – All’indomani della fiducia alla debolissima nuova Commissione europea, accolta con il minimo dei voti della storia, il Pd, diviso tra senso di responsabilità e voglia di opposizione a Strasburgo, riparte dalle parole della segretaria Elly Schlein: “Non sentiamo questa Commissione come nostra, è giusto che parta ma non faremo dare per scontati i nostri voti”. (la Repubblica)