Come cambierà l’Ue senza il motore franco-tedesco?

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Start Magazine ESTERI

Come cambierà l’Ue senza il motore franco-tedesco? I riflessi delle crisi politiche in Francia e Germania per l'Ue. Estratto dal Mattinale Europeo Le elezioni nei Lander orientali in Germania domenica hanno prodotto il risultato atteso dai sondaggi. Il partito di estrema destra Alternativa per la Germania è arrivato in testa in Turingia e si è piazzato in seconda posizione in Sassonia, segnando un’ulteriore progressione nelle urne, che destabilizza ulteriormente la già fragile coalizione guidata da Olaf Scholz a un anno dalle elezioni legislative. (Start Magazine)

La notizia riportata su altri giornali

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio Europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, RN, che si è confermato il primo partito del paese con il 32% dei voti, mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9% dei voti con una variazione di quasi 17 punti in percentuale; Macron ha immediatamente convocato le elezioni nazionali per ridurre il potere contrattuale della Le Pen. (Teleborsa)

È un vero peccato che la dott.ssa Boccia abbia scelto proprio questi giorni per attirare su di sé, e sulla sua vicenda con il ministro Sangiuliano, la vigile attenzione del sistema dei media. (ilmessaggero.it)

Lo spettro che si aggira per l’Europa, se volessimo riutilizzare una famosa frase di Marx, è il disorientamento delle opinioni pubbliche di fronte a quanto sta avvenendo e alle trasformazioni in corso. (ilmessaggero.it)

Sorto in apparenza quasi dal niente, il “macronismo” si è identificato con la candidatura all’Eliseo, l’anno è il 2017, del giovane tecnocrate Emmanuel, brillante oratore e dinamica immagine della nuova Francia. (L'HuffPost)

I partiti di estrema destra crescono nelle elezioni in Germania, sono al governo in sette Stati dell’Unione e diventano determinanti nella stabilità dei nuovi governi, come quello appena varato in Francia da Macron. (ilmessaggero.it)

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Emmanuel Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, Rassemblement national, che si è confermato il primo partito del Paese con il 32 per cento dei voti – mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9 per cento dei voti, con una variazione di quasi 17 punti in percentuale. (opinione.it)