Tragedia dello Zoncolan, Promoturismo Fvg: "Seguiti i protocolli"

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INTERNO

La tragedia che ha colpito Marco Degli Uomini, giovane promessa dello sci italiano, ha scosso non solo il mondo sportivo ma anche l’intera comunità montana del Friuli Venezia Giulia. Il 18enne, membro dello Sci Club Monte Dauda, è deceduto in ospedale a Udine dopo una caduta avvenuta sabato scorso durante una discesa di riscaldamento sulla pista 2 del Monte Zoncolan. Marco, che avrebbe dovuto fare da apripista a un SuperG, ha perso il controllo degli sci in prossimità di un salto, impattando violentemente contro una rete metallica di protezione. Le ferite riportate, tra cui fratture multiple alle gambe e a un polso, si sono rivelate fatali nonostante i soccorsi immediati.

Iacopo Mestroni, direttore generale di PromoTurismoFVG, ha sottolineato che “il corretto posizionamento delle reti di protezione ha inizialmente contribuito ad attutire la caduta”. Il personale del polo dello Zoncolan, ha aggiunto, si è attivato con “grande abnegazione e professionalità, seguendo i protocolli previsti”. Tuttavia, le parole di Mestroni non bastano a placare le domande che sorgono spontanee sulla dinamica dell’incidente e sulle eventuali responsabilità. La Procura di Udine, infatti, valuterà l’apertura di un fascicolo per fare luce sulla vicenda. Il procuratore Massimo Lia ha precisato che “al momento non è stata ricevuta alcuna comunicazione formale sull’accaduto”, rendendo prematura ogni valutazione.

Marco, atleta di grande talento, aveva iniziato la sua carriera sportiva nel short track, allenandosi per anni al Palaghiaccio di Pontebba. Il suo ultimo messaggio, inviato alla madre Cristina Barbarino, primario del Suem di Pieve di Cadore ed ex vicepresidente del Soccorso Alpino del Friuli Venezia Giulia, lascia trasparire una tragica sottovalutazione delle sue condizioni: “Mamma, sono caduto, devo essermi fratturato le gambe… stai tranquilla”. Poche ore dopo, il giovane sciatore ha perso la vita.