È morta Rebecca Horn, l’artista degli spiriti blu al Monte dei Cappuccini

È morta Rebecca Horn, l’artista degli spiriti blu al Monte dei Cappuccini Un protagonista del progetto Luci d’Artista la ricorda nel giorno della scomparsa: ha segnato il nuovo secolo della città Paolo Verri (La Stampa)

La notizia riportata su altre testate

Inaugurata nel 1999 nell’ambito del progetto Luci d’artista, nato l’anno prima, è divenuta permanente come, tra le altre, “Doppio passaggio (Torino)” di Joseph Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele, ”Il volo dei numeri” di Mario Merz sulla cupola della Mole Antonelliana o “Il Regno dei fiori” di Nicola De Maria in piazza Carlina. (La Repubblica)

Ma questo può liberarti, darti una visione più ampia di te stessa e del tuo corpo. Perché uno sciamano talvolta si infligge dolore? Perché il dolore ti porta da qualche altra parte. (la Repubblica)

Esponente della scena artistica femminista legata alla body art già dagli Anni Sessanta, Rebecca Horn muore il 6 settembre 2024 a 80 anni. Nel corso della sua lunga carriera ha esplorato i confini dello spazio attraverso le estensioni corporali costituite da lunghe protesi e sculture, conferendo all’artista un’aspetto surreale che prendeva vita attraverso la performance. (Artribune)

L’addio a Rebecca Horn, l’artista che ha reso poetiche sculture e installazioni

Nata a Michelstadt, in Germania, nel 1944, l’artista tedesca Rebecca Horn aveva un rapporto molto speciale con l’Italia e in particolare con la città di Napoli, dove c’è la sua galleria italiana, Studio Trisorio, il museo Madre, che conserva nella collezione permanente la sua installazione “Spirits“, e soprattutto dove realizzò una delle sue più amate opere d’arte pubblica, nel 2002, quando riempì Piazza Plebiscito di 333 “capuzzelle” (dei teschi in ghisa che riproducevano uno dei teschi del Cimitero delle Fontanelle di Napoli), ognuna dotata di una piccola aureola costituita da un cerchio di neon bianco: l’opera si chiamava “Spiriti di madreperla“ ed era una celebrazione del culto dei morti. (Rivista Studio)

Rebecca Horn imparò a disegnare dalla sua governante rumena e, fin da subito, ne fu affascinata, trovando nel disegno un linguaggio espressivo molto più libero e immediato rispetto a quello verbale. (ExibArt)

Non cerco di convincere lo spettatore ad aderire alla mia visione delle cose, gli lascio piena libertà interpretativa»: così Rebecca Horn, in un’intervista a Stile di qualche anno fa raccontava il senso del suo lavoro. (La Stampa)