Cpi su Netanyahu spacca l’asse del governo
Cpi su Netanyahu spacca l’asse del governo Le decisioni della Corte penale internazionale riguardanti il mandato di arresto nei confronti di Netanyahu spaccano l’asse del governo. Posizioni differenti tra Salvini, Crosetto e Tajani. Servizio di Augusto Cantelmi per Tg2000 Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
La notizia riportata su altri media
Dopo l’ammissione di Guido Crosetto («Se venisse in Italia dovremmo arrestarlo») e la fuga in avanti di Matteo Salvini («I criminali di guerra sono altri»), a dettare la linea è infine Meloni. Ventiquattro ore dopo il mandato d’arresto internazionale spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e dell'ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, per crimini di guerra e contro l'umanità, Giorgia Meloni prova a risanare il cortocircuito comunicativo che ha quasi mandato in tilt l’esecutivo. (ilmessaggero.it)
“La linea del governo è quella di approfondire le motivazioni della sentenza che, a primo acchito, sembra una sentenza più politica che tecnica”. Così, a Napoli, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in merito al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale su Benjamin Netanyahu (Il Fatto Quotidiano)
Dopo le parole della premier Giorgia Meloni, a ribadirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto prima di intervenire alla convention di Centro Popolare e Noi Moderati, in corso a Napoli. (Adnkronos)
Quel giudice non si è svegliato pensando “odio gli ebrei e voglio arrestare il loro premier”». LONDRA — «Troppo comodo per Netanyahu respingere il mandato di arresto accusando il tribunale dell’Aia di antisemitismo. (la Repubblica)
Salvini si schiera col premier israeliano condannato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra: "È benvenuto in Italia". L'Italia presidente del G7 porrà il tema a vertice ministri Esteri (Adnkronos)
L'Ungheria, se il premier israeliano Benjamin Netanyahu arrivasse davvero sul suo suolo e non fosse arrestato, "violerebbe i suoi obblighi legali internazionali e la posizione dell'Ue sulla Corte penale internazionale". (L'Eco di Bergamo)