Mattarella, un discorso di fine anno tra luci e ombre
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Nel suo decimo discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affrontato temi di rilevanza nazionale, citando due figure venete, Sammy Basso e Giulia Cecchettin, come esempi di resilienza e impegno. Da un lato, ha sottolineato l'importanza della ricerca e dell'inclusione, dall'altro, ha richiamato l'attenzione sulla violenza di genere, fenomeno che richiede ancora un impegno costante nel 2025.
Mattarella ha poi ricordato eventi tragici che hanno segnato il Natale appena trascorso: la morte per assideramento di una neonata a Gaza e i bombardamenti russi sulle centrali energetiche ucraine, che hanno lasciato la popolazione civile al buio e al gelo. Ha menzionato anche gli innocenti rapiti da Hamas, costretti a vivere in condizioni disumane, sottolineando come queste barbarie non risparmino neppure le festività più sentite.
Il Presidente ha inoltre evidenziato la sproporzione allarmante tra le spese mondiali in armamenti, pari a 2.443 miliardi di dollari, e quelle destinate al contrasto dei cambiamenti climatici, che ammontano a soli 300 miliardi. Questo paradosso, già denunciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, è stato ribadito da Mattarella, che ha invitato a riflettere su questa triste realtà.
Nel suo discorso, Mattarella ha utilizzato 1.912 parole, superando le 1.864 del 2023, e ha evocato termini come Italia, pace, guerra, violenza, speranza, rispetto, giovani e dignità.