Maria Campai, la vita "normale" del 17enne dopo l'omicidio

Il caso dell'omicidio di Maria Campai, avvenuto il 19 settembre a Viadana, ha sconvolto l'opinione pubblica, rivelando una serie di dettagli raccapriccianti che mettono in luce la premeditazione del 17enne responsabile. Gli inquirenti hanno scoperto che il ragazzo, di origini albanesi, aveva effettuato numerose ricerche online per prepararsi al delitto. Attraverso il suo smartphone, il giovane ha cercato «come strangolare una persona a mani nude», «quali punti del volto colpire per infliggere più danni» e «come neutralizzare un avversario sfruttando tecniche di arti marziali miste (MMA)», di cui era appassionato. (ilmattino.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Cercava come strangolare a mani nude, in quali punti del volto sferrare pugni. Ricerche, riporta la testate, spasmodiche insieme a quelle di pratiche di sesso estremo. (Open)

Secondo la Gazzetta di Mantova il ragazzo, nato in Italia ma di cittadinanza albanese, avrebbe prima detto agli investigatori il 24 settembre: «L’ho uccisa perché mi aveva chiesto troppi soldi, 200 euro», ma poi avrebbe confessato il delitto ai carabinieri, spiegandolo così: «Volevo scoprire che cosa si prova ad uccidere». (Vanity Fair Italia)

Una facciata che nascondeva qualcosa di oscuro, qualcosa che ha spinto il giovane a uccidere Maria Campai, la 42enne di origini rumene scomparsa misteriosamente da Viadana (Mantova) lo scorso 19 settembre e rinvenuta una settimana dopo senza vita nel giardino di una villetta abbandonata. (Today.it)

Il padre del 17enne accusato dell'omicidio di Maria Campai: «Mio figlio deve avere un complice, non può aver agito da solo»

ROMA – Ha praticamente confessato il 17enne fermato per l’omicidio di Maria Campai, la 42enne di Parma ritrovata in una villetta di Viadana (nel modenese). “Volevo sapere cosa si prova ad uccidere”, avrebbe detto alle forze dell’ordine secondo quanto riporta la Gazzetta di Mantova. (Dire)

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Bisogna annotare un concetto, categorico, su cui da subito questo papà, il papà del presunto assassino di Maria Campai, ha deciso di non derogare: «Se mio figlio ha sbagliato, allora pagherà tutto quello che deve pagare»; ma ciò premesso, «se per davvero l’ha uccisa lui, ha avuto uno oppure due complici, non può aver fatto tutto da solo. (Corriere Milano)