Meloni, raffica di domande su Musk: il lapsus e quel 'daje'

La presidente del Consiglio, assediata dalle continue domande, sul magnate si sbaglia due volte e nel correggersi si lascia andare a un'espressione dialettale romana Una, due, tre, quattro domande su Elon Musk. Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di oggi 9 gennaio, fronteggia il fuoco di fila dei cronisti concentrati sul magnate e sulle voci relative alle trattative tra l'Italia e SpaceX, il colosso dell'universo Musk che controlla la rete satellitare Starlink (Adnkronos)

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Ultim'ora news 9 gennaio ore 12 (Milano Finanza)

Come ormai noto, Starlink è l’ambizioso progetto di SpaceX per fornire servizi a banda larga dallo spazio. Il lancio dei satelliti è iniziato nel 2019 e continuerà nei prossimi anni, fino a formare una mega-costellazione di 42.000 satelliti, posizionati su orbite che si trovano a circa 550 chilometri dalla superficie terrestre. (L'HuffPost)

Ma ricorda anche che queste strutture sono sempre più necessarie e che "SpaceX ha le capacità per comunicazioni più affidabili". "Non si può affidare la sicurezza nazionale a un monopolista privato": scandisce il leader di Avs Nicola Fratoianni. (la Repubblica)

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Se è in grado di fornire i migliori servizi, perché dire no a priori? Vedremo, ci saranno valutazioni, si sceglierà il meglio per garantire i servizi necessari alle nostre amministrazioni”: è quanto ha detto il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, riguardo al sistema di comunicazioni satellitari fornito da SpaceX, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. (Agenzia askanews)

L’uomo di Musk in Italia, il suo lobbista e discepolo («Elon, del resto, si avvicina alla figura di Cristo»), il suo ambasciatore privato e sensale politico («Sì, certo che mi messaggio con Giorgia»), ma forse sarebbe meglio dire il suo agente senza copertura, del tutto sovraesposto e intervistato e blandito, inseguito (anche dalla Procura di Roma) e in qualche modo temuto, è un tipino di trent’anni con i riccioli neri e l’aria simpatica e sfrontata di chi, forse non casualmente, è nato a Roma, periferia Est, in località Marranella, luogo mitologico, metaforico, cinematografico: è proprio lì, dove c’è «Er burone daaa Maranellaaa!», dove Alberto Sordi recita una memorabile scena nel film Un americano a Roma, che Andrea Stroppa viene alla luce senza però sapere di essere destinato a Marte. (Corriere della Sera)

"La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Space X. (Secolo d'Italia)