Libano, padre Zheib: solidarietà e fratellanza in un Paese martoriato
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Roberto Paglialonga – Città del Vaticano La morsa di violenza e di sangue che sta soffocando il Libano a causa della guerra tra Israele e Hezbollah «non ha in realtà sopito e addomesticato lo spirito di solidarietà e accoglienza» che caratterizza i rapporti tra le varie comunità, compresi quelli tra le diverse religioni. «Moltissimi di coloro che stanno scappando — o sono già scappati — dalle bombe e dai combattimenti sono musulmani, che spesso trovano rifugio nei villaggi cristiani (Vatican News - Italiano)
La notizia riportata su altri media
Ed è una selezione innaturale, controintuitiva, perché alla fine sono i pazienti più gravi che paradossalmente avranno maggiori possibilità di sopravvivere, di recuperare: i centri specializzati in traumi, con le sale operatorie migliori… Non vorrebbero, ma sono costretti. (la Repubblica)
A Marjayoun, nel Sud, 500 famiglie (oltre 3mila persone) hanno deciso di non abbandonare il loro villaggio, nonostante i bombardamenti, ma sono ormai al limite della sopportazione: le scuole sono chiuse, il lavoro di troppi adulti è instabile, alcuni sono rimasti senza casa ridotta in macerie e tutto intorno, proprio in queste ore, la battaglia aerea e terrestre per la conquista del villaggio vicino di Khiam si è fatta particolarmente feroce”. (la Repubblica)
L'UNICEF è presente sul campo per fornire sostegno psicologico d'emergenza a migliaia di bambini e a chi se ne prende cura. Dal 23 settembre 2024, l'UNICEF ha raggiunto più di 9.600 bambini e persone che se ne prendono cura con un primo soccorso psicologico e ha fornito un sostegno a livello comunitario a quasi 10.000 bambini. (UNICEF Italia)
Una media di circa due bambini al giorno. In cinque settimane di guerra in Libano, oltre 100 bambini sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani. (Vita)
Libano: uccisi in media due bambini al giorno Continuiamo a chiedere il cessate il fuoco immediato. (Save the Children Italia)
«Sto lavorando come referente medico, precisamente nella Valle del Bekaa. Qui i raid israeliani sono in continuo aumento e di conseguenze anche i morti e feriti. Tante persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni per cercare rifugio in posti considerati più sicuri, in tenda o in alcune scuole. (Vanity Fair Italia)