La crisi delle auto italiana e occidentali inizia a pesare sul lavoro nella Bassa

Un centinaio di persone in cassa integrazione in due aziende della Bassa, alla General Ricambi di Castiglione e alla Cabloprim di Guardamiglio, 19 lavoratori somministrati non confermati alla Mta di Codogno, calo delle lavorazioni diffuso già da qualche tempo, con Italtergi di Codogno che prima dell’estate aveva chiesto, ma poi non attivato, una cassa integrazione. Tra transizione all’elettrico e mercato stagnante, il settore automotive lodigiano risente delle difficoltà a livello globale, che si manifestano nel modo più plastico e drammatico possibile nell’annuncio di Volkswagen di ridurre l’organico di 15mila dipendenti con la chiusura di almeno due impianti. (Il Cittadino)

Se ne è parlato anche su altri media

Questo assunto logico sembra entrato finalmente, e con grave ritardo, anche nella dialettica europea, come si evidenzia dall’entusiastica accoglienza del cosiddetto mainstream al recente rapporto Draghi sulla competitività del continente. (Secolo d'Italia)

ACEA, l’organizzazione che riunisce i produttori europei di automobili presieduta da Luca De Meo (nella foto), ha lanciato un grido d’allarme chiedendo all’Ue “un’azione urgente” nel momento in cui la domanda di veicoli elettrici crolla. (Start Magazine)

Dalla data per il passaggio all'elettrico decisa dall'UE (ma probabilmente anche prima) con che cosa i governi, sostituiranno le mancate entrate dovute alle accise e tasse varie, che ora introitano, sulla vendita dei carburanti? (Più del 50% sul costo finale)? Risposta facile: con una supertassa sul possesso di un'auto elettrica. (ilgazzettino.it)

Disastro auto, manager complici

La tempesta perfetta evocata dalla sindacalista tedesca di chiare origini italiane, Daniela Cavallo, rischia di colpire non solo la Volkswagen, bensì l’intera industria automobilistica europea. A sostenerlo è Sigrid de Vries, direttore generare di ACEA, l’associazione che riunisce le case del vecchio continente. (ClubAlfa.it)

Se un signore viene pagato 37 milioni all'anno, si presume che abbia dei meriti per godersi questa retribuzione. Se però l'azienda che guida ha perso la metà del suo valore in Borsa ed è ritornata alla casella di partenza di tre anni fa beh, allora stiamo parlando di Carlos Tavares, il numero uno di Stellantis, secondo produttore di auto in Europa, aggregatore dei marchi Fiat, Peugeot e Opel e strenuo difensore del virus che ha ucciso l'industria automobilistica europea: l'elettrificazione. (il Giornale)

Stellantis, Volkswagen, Renault, Bmw, Mercedes e tutti i car maker europei annaspano. Lo sciopero generale del prossimo 18 ottobre porterà la crisi dell’industria automobilistica su tutti i giornali e i tg, ma la questione – gravissima – è di attualità ormai da molti mesi. (Industria Italiana)