L'idea dei governatori: terzo mandato "fai-da-te"

Si apre un varco giuridico per il terzo mandato dei presidenti di Regione senza passare per il voto in Parlamento. Una strada stretta, percorribile in punta di diritto, che però condurrebbe a un conflitto (quasi inevitabile) tra Stato e Regioni davanti la Corte Costituzionale. Il limite dei due mandati per i governatori è stato introdotto nel 2004 con la legge 165 che recita: «Le Regioni disciplinano con legge i casi di ineleggibilità nei limiti dei seguenti principi fondamentali: previsione della non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto». (ilGiornale.it)

La notizia riportata su altri media

Volevo chiarire che la Campania è del tutto indifferente, il terzo mandato lo può fare tranquillamente non avendo recepito la legge nazionale sui due mandati. “Tra le tante stupidaggini di questi giorni – ha detto – c’è anche il dibattito sul terzo mandato. (Il Fatto Quotidiano)

A rischio tanti big come Luca Zaia, Toti e De Luca (LAPRESSE)

E il Pd, con la grana del passaggio parlamentare del cosiddetto terzo mandato e i malumori della minoranza, prova a renderlo il più dolce possibile. Dunque non c’è stata alcuna fuga in avanti del Pd rispetto agli accordi presi (e cioè di elaborare una proposta condivisa sul numero di mandati consecutivi dei governatori regionali). (Il Manifesto)

No. Questa partita del terzo mandato, chiamiamola così, pensando ora ai presidenti delle regioni e poi ai sindaci, non è stata giocata male da Matteo Salvini. O così male come appare dall’autorete che ha voluto rimediare in commissione al Senato facendo votare e bocciare dalle opposizioni e dai suoi stessi alleati la proposta di sblocco dei due mandati. (Liberoquotidiano.it)

– Il dibattito sul terzo mandato di sindaci e governatori è “una idiozia”. Roma, 23 feb. (Agenzia askanews)

Roma, 23 feb – La commissione Affari costituzionali del Senato boccia l’emendamento leghista a favore del terzo mandato per i presidenti di regione. La maggioranza si presenta divisa, ma ancora peggio riesce a fare il Partito democratico che si spacca in due e con l’ala del governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che accusa: “Non si è salvaguardata l’unità del partito”. (Il Primato Nazionale)