Libano. Un punto fermo nelle intemperie

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Comunione e Liberazione ESTERI

Libano. Un punto fermo nelle intemperie Nonostante la guerra, la piccola comunità libanese del movimento si è riunita per la Giornata d’inizio anno. E per rispondere a una domanda: dove riponiamo la nostra speranza? Maria Acqua Simi . La capitale libanese è in tumulto, la notte precedente missili israeliani hanno colpito nuovamente i quartieri sud della città mentre la guerra prosegue da quasi un mese. (Comunione e Liberazione)

Se ne è parlato anche su altri media

L'UNICEF è presente sul campo per fornire sostegno psicologico d'emergenza a migliaia di bambini e a chi se ne prende cura. Dal 23 settembre 2024, l'UNICEF ha raggiunto più di 9.600 bambini e persone che se ne prendono cura con un primo soccorso psicologico e ha fornito un sostegno a livello comunitario a quasi 10.000 bambini. (UNICEF Italia)

Ed è una selezione innaturale, controintuitiva, perché alla fine sono i pazienti più gravi che paradossalmente avranno maggiori possibilità di sopravvivere, di recuperare: i centri specializzati in traumi, con le sale operatorie migliori… Beirut — In guerra arriva sempre un momento in cui gli ospedali, quelli ancora funzionanti, si mettono a selezionare i feriti. (la Repubblica)

Una media di circa due bambini al giorno. In cinque settimane di guerra in Libano, oltre 100 bambini sono stati uccisi dagli attacchi aerei israeliani. (Vita)

ROMA – “In Libano le persone non ne possono più – ci scrive Marco Perini, direttore dell’Ong AVSI per il Medio Oriente e il nord Africa – dopo mesi e mesi di guerra che dal Sud nelle ultime settimane si è allargata ad altre regioni del Paese, la stanchezza oggi si manifesta in modo drammatico. (la Repubblica)

In cinque settimane di guerra nel Paese, sono rimasti uccisi circa due bambini al giorno a causa dagli attacchi aerei israeliani. Libano: uccisi in media due bambini al giorno (Save the Children Italia)

Roberto Paglialonga – Città del Vaticano La morsa di violenza e di sangue che sta soffocando il Libano a causa della guerra tra Israele e Hezbollah «non ha in realtà sopito e addomesticato lo spirito di solidarietà e accoglienza» che caratterizza i rapporti tra le varie comunità, compresi quelli tra le diverse religioni. (Vatican News - Italiano)