Chi è Alice D’Amato, medaglia d’oro ginnastica artistica a Parigi 2024

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TuttOggi SPORT

Classe 2003, la genovese Alice D'Amato è la nuova regina della ginnastica artistica. Alle Olimpiadi 2024 ha vinto la medaglia d'oro alla trave nella ginnastica artistica con il punteggio di 14.366 davanti a Zhou (14.100), penalizzata da un errore nell'esecuzione, e la connazionale Manila Esposito (14.000). Proprio a Parigi sono arrivate le sue prime medaglie olimpiche: la prima è stata quella d'argento, ottenuta nell'all-around, e ora si è assicurata il gradino più alto del podio, nonostante gareggiasse contro la favorita Simone Biles (che è finita al quinto posto a causa di una caduta). (TuttOggi)

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La donna della prima volta per eccellenza, colei che ha concretizzato qualcosa che poteva albergare solo nei meandri delle menti più ottimiste e dei sognatori nati, colei che ha distorto lo spazio tempo, attualizzando il futuro e rendendo umano il leggendario. (OA Sport)

Ginnastica artistica: medaglia d'oro alla trave per Alice D'Amato, Esposito bronzo La 21enne genovese ha totalizzato 14.366 punti lasciandosi alle spalle la cinese Zhou Yaqin e la 17enne napoletana. Quinta e fuori dal podio la campionessa statunitense Simone Biles, caduta durante il suo esercizio (Sport Mediaset)

D'Amato ha così cancellato in un colpo solo (che colpo!) i due quarti posti arrivati nell'all round individuale e nelle parallele asimmetriche. Superbo il terzo posto di Manila Esposito, che ha visto sfuggirle l'argento, andato alla cinese Zhou Yaqin, per un solo decimo PARIGI (il Dolomiti)

Alle Olimpiadi di Parigi due ginnaste azzurre salgono sul podio con una prestazione alla trave a dir poco strepitosa. Bronzo per Manila Esposito determinata come non mai a portare a casa questa medaglia. (varesenews.it)

Genova. Risultato storico per Alice D’Amato che porta la Liguria sul tetto del mondo. (Riviera24)

Le azzurre Alice D'Amato e Manila Esposito mordono le loro medaglie, rispettivamente d'oro e di bronzo, un gesto che deriva dal tempo in cui le persone volevano assicurarsi che il metallo fosse autentico, ma che negli anni si è trasformato in un vero e proprio simbolo della vittoria sportiva. (il Fatto Nisseno)