L’ Asiago Dop tra i primi 15 prodotti cibo Dop e Igp italiani

Roma, 3 dic. – Il formaggio Asiago conferma il ruolo di interprete della Dop Economy nazionale nel XXII rapporto ISMEA-Qualivita, dove è segnalato tra i primi 15 prodotti cibo DOP e IGP italiani. E, dopo i riconoscimenti ottenuti ai World Cheese Awards, vince al Concorso internazionale dei formaggi di Lione, che ha visto l’Asiago Fresco Riserva Prodotto della Montagna conquistare una medaglia d’oro e lo Stravecchio Prodotto della Montagna un argento. (Agenzia askanews)

Se ne è parlato anche su altre testate

LOMBARDIA – La Dop economy lombarda cresce nel 2023 con un valore di 2,58 miliardi di euro. Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, ha illustrato i dati del rapporto Ismea-Qualivita 2024 a Roma (Radio Gold)

I dati emergono dal rapporto Ismea-Qualivita 2024 sul settore dei prodotti Dop e Igp, presentato ieri a Roma. (Il Cittadino)

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO Il formaggio Asiago conferma il ruolo di interprete della Dop Economy nazionale nel XXII rapporto ISMEA-Qualivita, fotografia del mondo delle indicazioni geografiche. (tviweb)

Dop economy da record: valore alla produzione di oltre 20 miliardi di euro e quasi 850mila occupati

Vale 20,2 miliardi il sistema italiano delle Dop economy che tiene sui mercati, sapendo fronteggiare clima e guerre. Merito del lavoro di 317 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero dell'Agricoltura che coordinano oltre 194mila imprese delle filiere cibo e vino, con quasi 850mila occupati. (La Repubblica)

È arrivato il tanto atteso Rapporto Ismea-Qualivita del 2024 che, come di consueto in questo periodo, analizza l’andamento della cosiddetta ‘Dop economy’ italiana. (Everyeye Lifestyle)

Secondo il XXII Rapporto Ismea-Qualivita 2024 appena presentato a Roma, nel 2023 il settore ha raggiunto i 20,2 miliardi di euro di valore alla produzione con una crescita dello 0,2% su base annua e del 52% negli ultimi dieci anni che equivale a un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. (la Repubblica)