Memoria dei giovani, antidoto per il nostro domani
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Le gradinate del palazzetto dello sport "Gianni Asti" erano gremite di ragazze e ragazzi delle scuole medie superiori, riuniti per celebrare, nel Giorno della Memoria, un duplice anniversario. Da un lato, si sono ricordati gli ottant'anni trascorsi dall'arrivo dell'Armata Rossa ad Auschwitz, evento che segnò la liberazione dei pochi sopravvissuti allo sterminio nazista; dall'altro, i vent'anni dal primo Treno della Memoria, iniziativa che ha permesso a migliaia di studenti di visitare i luoghi della Shoah.
Piero Luzzati, giunto da Roma insieme alle sorelle Estella e Franca e ad altri familiari, ha partecipato alla posa delle pietre d'inciampo dedicate a tre parenti stretti deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da cui non fecero ritorno: gli zii Estella Luzzati e Italo Foà, e il cugino Guido, di soli otto anni. "Un piccolissimo risarcimento nei confronti di vite spezzate ingiustamente. Spero che riposino in pace", ha dichiarato Luzzati, visibilmente commosso.
La cerimonia ha visto anche un acceso dibattito tra Luca Quagliotti, segretario generale della Cgil, e il sindaco di Asti, Maurizio Rasero. Quagliotti ha criticato il sindaco per non aver menzionato il fascismo nel suo discorso sulle leggi razziali, sottolineando che queste furono volute da Mussolini e applicate dai fascisti. Rasero, da parte sua, ha evitato di rispondere direttamente alle accuse, limitandosi a ribadire l'importanza di ricordare le vittime delle leggi razziali.
L'evento ha offerto un'importante occasione di riflessione per i giovani presenti, che hanno potuto ascoltare testimonianze dirette e partecipare a momenti di raccoglimento.