Valencia dopo il disastro, la disperazione (anche) dei concessionari
Passano i giorni ed emerge sempre più chiaramente l’entità devastante dei danni causati in quel di Valencia dalla tempesta, chiamata DANA. L’evento climatico catastrofico non solo ha lasciato dietro di sé ingenti perdite economiche, ma ha tragicamente provocato moltissime vittime. A distanza di una settimana, i concessionari automobilistici colpiti a Valencia stanno chiedendo al governo interventi urgenti per mitigare gli impatti economici subiti e per avviare il prima possibile un percorso di recupero e ripresa. (ClubAlfa.it)
La notizia riportata su altri media
Dopo Un tema questo da sempre molto sentito in Liguria e purtroppo molto attuale considerato quello che accade sempre più spesso sui nostri territori. (Primocanale)
L’impatto delle piogge torrenziali che hanno colpito la città spagnola provocando oltre duecento morti visto attraverso una serie di immagini satellitari (Sky Tg24 )
Le persone scomparse salgono a 93, dicono polizia e Guardia Civil. La ministra della Salute, Mónica García, riporta che nelle acque ristagnanti ci sono "agenti patogeni che potrebbero scatenare infezioni" (Fanpage.it)
Il 29 ottobre 2024, il piccolo comune di Turís, nella provincia di Valencia, ha vissuto un fenomeno meteorologico di proporzioni straordinarie. In un’ora, si sono accumulati 184,6 mm di pioggia, stabilendo un nuovo record nazionale per la Spagna, superando il primato precedente di 159 litri per metro quadrato, registrato nel 2018 a Vinaròs, in provincia di Castellón. (Meteo Giornale)
Parla il parroco della di San Jorge di Paiporta, epicentro il 29 ottobre scorso dell’alluvione Dana. “Il fango andrà via ma la perdita di tante vite umane è il volto più duro di questa tragedia. (Servizio Informazione Religiosa)
Nove giorni dopo Dana, la catastrofica alluvione costata la vita a ben oltre 217 morti e un numero ancora indefinito di dispersi, il fango si mescola alla rabbia tra le persone emotivamente distrutte che hanno la forza di continuare a documentare la tragedia. (La Stampa)