Adesso si aprono quattro anni di anti Trump

Adesso si aprono quattro anni di anti Trump
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Approfondimenti:
il Giornale INTERNO

Con il ritorno di Donald Trump perde l'America snob con i suoi salotti di New York spacciati come la pancia profonda del Paese e le star di Hollywood ritenute capaci di spostare milioni di voti a favore di Kamala Harris con una comparsata televisiva a fianco di Oprah Winfrey. Una nuova disfatta per la sinistra democratica glamour che, in scala superiore, ricorda tanto quella italiana, abilissima soltanto a proporsi come maggioritaria nel sentimento nazionale ma immancabilmente minoritaria dopo un passaggio elettorale. (il Giornale)

Su altre fonti

Reazione di Giorgia Meloni alla vittoria di Donald Trump alle elezioni Usa: “A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. (LAPRESSE)

Durante la Guerra Fredda, ad esempio, l’ambasciatore Usa in Italia faceva il bello e il cattivo tempo mentre adesso è talmente discreto che nemmeno si sa chi sia (per la cronaca: Jack Markell, ex governatore del Delaware e vecchio sodale di Joe Biden). (L'HuffPost)

Così, stamattina, mentre la cartina degli Stati Uniti si colora inesorabilmente di rosso repubblicano e Donald Trump agguanta per la seconda volta la Casa Bianca, all’opposizione assistono impotenti all’ennesima sconfitta: anche se, stavolta, va bene, da lontano e senza poter dire che la colpa è da attribuire ai litigi del campo largo. (La Stampa)

Non vi piace ma ci conviene: per l’Italia meglio Trump

Trump ha vinto puntando sui suoi bersagli di sempre: omosessuali, migranti, poveri (anche quelli che ha illuso con guerre tra disperati), donne e giornalisti. Ma, soprattutto, la vittoria di Trump racconta il divario tra il Paese e chi prova a descriverlo (left)

Erano almeno due mesi che l'ex ministro della Cultura non appariva in pubblico dopo lo "tsunami" del caso Maria Rosaria Boccia. In molti ricordano la sua lunga intervista al Tg1 dello scorso 4 settembre con il direttore Gian Marco Chiocchi, in cui aveva reso nota la sua verità sulla relazione con l'imprenditrice di Pompei, quando in lacrime aveva chiesto scusa per il suo comportamento alla moglie, la giornalista Federica Corsini, e al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per le noie politiche derivate dalla vicenda. (ilmattino.it)

Non vi piace? Lo trovate insopportabile? Quel suo fare da attempato gradasso vi urta? I suoi slogan e la sua demagogia ve lo fanno considerare un inadatto a governare? Ok, tutto giusto. Ma se davvero Donald Trump, come ha rivelato il giornalista del Watergate, Bob Woodward ha parlato con Vladimir Putin almeno sette volte da quando è uscito dalla Casa Bianca, e soprattutto lo ha fatto anche agli inizi del 2024, allora sarà meglio che vi mettiate l’anima in pace. (ROMA on line)