Aveva rifiutato la nutrizione artificiale, ora la Asl le concede il suicidio assistito

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Battaglia vinta. Si è sbloccato l’iter per l’accesso al suicidio assistito della 54enne di Pisa, paralizzata a causa di una grave forma di sclerosi multipla, che aveva rifiutato la nutrizione artificiale e ingaggiato un duro contenzioso con la Asl. Si tratta, spiegano dall’associazione Luca Coscioni, della prima applicazione della sentenza della Consulta che ha esteso il concetto di trattamento d… (La Repubblica Firenze.it)

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(Adnkronos) – Dopo aver negato per settimane la richiesta di morte assistita a una donna toscana di 54 anni, completamente paralizzata a causa di una sclerosi multipla progressiva, l’Ausl Toscana Nord Ovest ha comunicato il suo parere favorevole. (OglioPoNews)

Affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla era tenuta in vita solo dalle macchine. (Today.it)

Secondo quanto riferito dai quotidiani locali, la 54enne, affetta da Sclerosi multipla progressiva, chiedeva da tempo la sospensione delle cure non potendo più sopportare la propria condizione. Parere favorevole della Asl Toscana Nord-Ovest al suicidio assistito per una donna di 54 anni malata di Sclerosi multipla progressiva. (il Giornale)

Rifiuta nutrizione artificiale, sì dell'Asl al suicidio assistito: il primo caso in Toscana

E ha ottenuto il diritto a mettere fine alle proprie sofferenze. Ma ora una 53enne del Pisano malata di sclerosi multipla — grazie alla recente sentenza 135 della Corte costituzionale, che ha ridefinito ed esteso i confini del «trattamento di sostegno vitale» — ha vinto la propria battaglia. (Corriere Fiorentino)

Una donna toscana di 54 anni ha ottenuto il parere favorevole dell’Azienda sanitaria Toscana Nord-Ovest alla richiesta di morte assistita. Secondo l’associazione, la donna possiede «tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 (Cappato/Dj Fabo) per poter accedere legalmente al suicidio mediamente assistito in Italia». (Open)

Il monito a intervenire, diretto al legislatore, era arrivato già nel 2019 quando la Corte aveva depenalizzato il reato di istigazione al suicidio. La destra al governo, intanto, si tappa le orecchie e il resto delle forze politiche giocano a nascondino. (L'HuffPost)