La vittoria contro la Francia è il più grande rimpianto di Spalletti per gli Europei

Un modulo definito senza equivoci. I giocatori messi tutti al loro posto. Poche idee, semplici ma non necessariamente banali. Lo spirito giusto. In una parola sola, finalmente una squadra: tutto ciò che l’Italia non è stata agli Europei ed è tornata ad essere contro la Francia. La vittoria di Parigi, per certi versi quasi storica (non capita tutti i giorni di battere i transalpini: l’ultima volta risaliva al 2008), può rappresentare un nuovo inizio per la nazionale ma è soprattutto un grande rimpianto per Luciano Spalletti (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Corriere dello Sport 6,5: "2 partite, 6 punti, la vetta di un girone che fino a una settimana fa sembrava l'Everest che è sempre lassù ma ora si può conquistare. Un'Italia diversa, comunque compatta, soprattutto vincente. (CalcioNapoli1926.it)

“Non siamo ancora del tutto fuori dal tunnel di Euro 2024, ma il segnale lanciato in questo inizio di Nations League è importante. Eccoci al futuro con qualche progresso che comunque Spalletti se lo aspetta” (CalcioNapoli24)

Il noto giornalista Paolo Condò ha parlato a Repubblica della Nazionale rilasciando le seguenti dichiarazioni: "L’Italia di Spalletti è ripartita davvero, e improvvisamente il tempo che ci separa dalle qualificazioni mondiali sembra tanto, buono per riempirlo di ciò che manca senza l’angoscia che sull’argomento ci accompagna dai tempi di Ventura". (CalcioNapoli1926.it)

Certo, sarebbe meglio non esaltarsi troppo. Promossi. (Tiscali)

Redazione Derby Derby Derby 10 settembre - 08:05 Ma non potevano giocare così all’Europeo? Magari non lo avremmo vinto, ma ci saremmo divertiti. Questo pensiero lo stiamo facendo tutti e lo starà facendo anche Luciano Spalletti, senza voler fare un processo alle intenzioni e con le scuse pronte in caso di errore. (DerbyDerbyDerby)

L’Italia di Spalletti è ripartita davvero, e improvvisamente il tempo che ci separa dalle qualificazioni mondiali sembra tanto, buono per riempirlo di ciò che manca senza l’angoscia che sull’argomento ci accompagna dai tempi di Ventura. (fcinter1908)