Raffaele La Capria, il «borghese» della dolce vita napoletana
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Un ultimo ricordo: parlai una volta da qualche parte di una peculiare forma di malinconia napoletana presente nei suoi scritti, una sorta di spleen che volli chiamare alla brasiliana saudade.
Aveva sempre attorno a sé una piccola corte di ammiratori, non sempre simpatici quanto lui, e più piccoli-borghesi che borghesi, mentre lui era un borghese vero e lo sapeva.
Ma la «dolce vita» napoletana, anche quella dei giovani per bene, finiva con l’autunno, come è finita con un autunno la stagione del boom. (Corriere del Mezzogiorno)
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Una città di mare senza mare, insomma Ha sequestrato il mare per i bagnanti perché privatizzato, così anche il mare è stato da quella classe digerito e non diretto in una dimensione di fruibilità pubblica. (Fanpage.it)
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Un clima che da Roma o da Napoli ricreavano ad Arezzo, sullo sfondo dei prati e dei vigneti della dimora di famiglia. Un amore senza fine, insieme per un’intera vita: fino a vedere lui, spezzato dentro, a fianco del feretro dell’attrice. (LA NAZIONE)