Manovra, stretta sugli incarichi nella Pa
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Ultim'ora news 22 ottobre ore 9 Dagli Appennini alle Ande, da Pontida al Senato, il verbo di Giancarlo Giorgetti è sempre lo stesso: «Si può contestare qualunque cosa a questa manovra, ma non che va contro i poveri cristi». Una cosa che si può contestare è, ad esempio, l’assenza di dettagli su una manovra da 30 miliardi scritta sulla sabbia, anzi forse nemmeno scritta. Il «sacrificio» di banche e assicurazioni A dispetto delle sollecitazioni delle ultime ore, il titolare del Mef continua a mostrarsi parco di informazioni sulla legge di bilancio: ancora giovedì 17 ottobre, durante il Question Time a Palazzo Madama, si è limitato a difendere la bontà delle misure annunciate, a partire dal «sacrificio» chiesto a banche e assicurazioni: del resto, chiosa con la sua proverbiale ironia, «la deducibilità delle svalutazioni delle perdite sui crediti l’ha già fatta la sinistra, non prenderemo certo il Nobel per questo». (Milano Finanza)
Su altre fonti
Gli istituti di credito non sono tuttavia gli unici chiamati a rivedere i propri piani d’incasso e spesa, ma condividono il destino anche con i manager della pubblica amministrazione per i quali il tetto massimo dello stipendio potrebbe essere bruscamente tagliato. (QuiFinanza)
E la stesura non sarà delle più semplici. Per ora il punto politico sembra essere chiaro. (ilmessaggero.it)
La maggioranza guarda con interesse al potenziale “tesoretto” che arriverà dal concordato biennale . La Lega ci spera, immaginando un’ulteriore estensione della flat tax. (Il Sole 24 ORE)
Il testo ieri sera non era ancora alla Camera, dove è atteso oggi al termine del lavorio che ha investito fino all’ultimo molti passaggi, dai limiti alle detrazioni ai tetti per gli emolumenti degli organi di vertice degli... (NT+ Enti Locali & Edilizia)
La frenata, dopo l’accelerazione. I dubbi, dopo le certezze sbandierate in conferenza stampa. E ora la manovra da scrivere. E da riscrivere per rendere i "sacrifici” più sostenibili. Pensieri e tormenti di Giancarlo Giorgetti (la Repubblica)
Un caso singolare è quello dell’Automobile Club d’Italia: il presidente Angelo Sticchi Damiani, fresco di riconferma, è finito a processo con l’accusa di falso per i compensi record. (la Repubblica)