L’ultima spiaggia per i medici: 10 mld o dimissioni in massa

È stata un’estate calda quella dei medici italiani, con gli ospedali presi (come ormai di consueto) d’assalto e le continue aggressioni da parte di pazienti e familiari. Ma il mese di settembre promette di non essere da meno. “Questa è l’ultima spiaggia. Sono indispensabili almeno dieci miliardi di euro in Finanziaria per tenere i medici all’interno del Servizio sanitario nazionale”. A scandirlo è il segretario nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, che parlando con Fortune Italia concorda con il calcolo fatto nelle scorse ore dal presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) Filippo Anelli. (Fortune Italia)

Ne parlano anche altri media

I manuali dei prestigiatori consigliano di non ripetere lo stesso numero davanti allo stesso pubblico, perché si rischia di svelare il trucco. È un pericolo che corre anche il governo nel preparare il capitolo sanitario della manovra 2025. (il manifesto)

È la proposta avanzata ieri dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), che chiede interventi immediati al governo. Dieci miliardi da investire sui professionisti della salute, una cifra necessaria «per salvare il Sistema sanitario nazionale». (MySolution)

SONY DSC (AssoCareNews.it)

Non usano mezzi termini Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, presidente Nursing Up che serrano le fila dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006, affinché al Governo arrivino chiare le loro richieste per la legge finanziaria 2025 che sarà presentata a fine settembre. (Sanità24)

Le loro richieste puntano a risollevare il SSN dallo stato di agonia in cui versa da anni, a migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti e a garantire un futuro al sistema sanitario nazionale. (Nurse24)

Tra le priorità della prossima manovra ne spunta una nuova, la sanità. Si vedrà di qui alle prossime settimane se si tratta solo di propaganda, su un tema delicatissimo e da oltre un anno oggetto di feroci critiche al governo da parte delle opposizioni, oppure no. (La Stampa)