La brutta storia dello sfruttamento dei lavoratori in alcuni supermercati di Catanzaro: imprenditore arrestato
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Quando pensiamo all’esecrabile fenomeno dello sfruttamento del lavoro nel settore alimentare, il primo pensiero va quasi sicuramente all’agricoltura, riportando alla mente storie terribili come quella di Satnam Singh, vittima di una morte crudele e violenta, e diventato suo malgrado un simbolo della lotta al caporalato. Ma le criticità non mancano anche sul resto della filiera, e anche nella GDO emergono storie di condizioni di lavoro inaccettabili e degradanti: è il caso dell’imprenditore del catanzarese Paolo Paoletti, arrestato per sfruttamento dei dipendenti e a cui la Guardia di Finanza ha anche sequestrato attività per per un valore di oltre ventisette milioni di euro. (Dissapore)
Se ne è parlato anche su altre testate
“Appare evidente – è scritto nella nota – la necessità di garantire la correttezza delle informazioni divulgate, sottolineando che l’immagine della professione non deve essere compromessa da situazioni individuali di soggetti non iscritti all’albo dei consulenti del lavoro”. (Il Dispaccio)
Dignità calpestate «Sfruttare i lavoratori per profitto personale è una delle peggiori violazioni dei diritti umani. Quando i titolari di attività decidono di ignorare contratti e normative calpestano la Costituzione e la dignità di chi lavora per vivere». (LaC news24)
«Corre l’obbligo di precisare come l’azienda coinvolta nelle recenti vicende giudiziarie commentate dall’imprenditore Antonino De Masi non sia iscritta alla Confindustria regionale. Sarebbe quindi impossibile per Unindustria Calabria procedere alla sua espulsione dai ranghi dell’associazione, così come auspicato dallo stesso De Masi, e prendere altri e ulteriori provvedimenti in merito. (CatanzaroInforma)
Si è aperto un largo orizzonte di riflessioni e forse di nuovi sviluppi dopo l'inchiesta della Guardia di Finanza di Catanzaro che ha portato ad arresti e maxi-sequestri nel settore della grande distribuzione. (LaC news24)
Lo sottolinea più volte nella sua ordinanza il gip Luca Bonifacio ricordando che i fatti contestati sono avvenuti «in una realtà geografica caratterizzata da un forte tasso di disoccupazione e inoccupazione». (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)
Inchiesta Ergon Anche Antonio Citriniti, responsabile dei punti vendita, ha scelto il silenzio. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, estorsioni e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (LaC news24)