Il Ponte Casa d’Aste segna un nuovo successo e triplica la riserva
E il revenge spending, sommato alla qualità a cui Il Ponte ci ha straordinariamente abituati, fa segnare un altro punto vincente alla casa d’aste milanese.
Ottimi risultati anche per l’opera su carta di Hans Hartung (92.500 euro), per il Ritratto segreto di Mario Radice (41.250 euro) e per Ur-schrift ovvero Avant-testo, 19-3-01 di Irma Blank (26.250 euro).
Ed ecco quindi che Il metro infinito di Mario Merz ha registrato il top price delle due tornate (96.250 euro). (ExibArt)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Una mostra online per raccontare l’amore LGBT+, sia fisico che spirituale, attraverso l’arte: prosegue sino al 20 settembre la collettiva “Pride by your side”, all’interno di Artspace, spazio che la galleria online FMB Art Gallery di Francesco Maria Boni (www. (Senza Linea)
Tutto questo discorso potrebbe essere forse sintetizzato dalla celebre frase attribuita all’architetto e designer tedesco Mies van Der Rohe: Less is more. Quali sono dunque i parametri per valutare l’artisticità e la qualità di bene per l’opera d’arte? (We Wealth)
Roberto ed i suoi amici amici, convinti che la pittura possa essere divertente e conviviale, hanno iniziato a proporre una esperienza pittorica itinerante a scoprire luoghi e realtà enogastronomiche locali. (RovigoOggi.it)
Il valore delle opere contemporanee è cresciuto del 7,5% annuo secondo il Deloitte Art & Finance Report e da marzo sono in aumento le partecipazioni ad aste oltre che gli acquisti di quadri e sculture. (Corriere della Sera)
Con ironia, l’artista gioca anche sulla metafore di una società che cerca rifugio, dal virus come da altre minacce, e costruisce una Wunderkammer di oggetti e figure familiari eppure inquietanti, dove la leggerezza dell’allestimento (quasi un giardino zen), contrasta con i drammi concettuali che le opere evocano. (Artribune)
1 of 11. Abbandonare la propria terra significa tranciare di netto radici involontarie, che parlano di generazioni, famiglia, memoria. “Una delle cose che mi faceva felice in Egitto era il cinema”, afferma Nabil nella conversazione con André Aciman riportata in catalogo. (Artribune)