É morto Enrico Greppi, l'Erriquez della Bandabardò
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Sulla pagina Facebook ufficiale della Bandabardò, viene postato un ultimo messaggio di Erriquez:
La sua ultima apparizione pubblica come ospite speciale proprio al Rock Contest di Controradio che lo aveva visto giovanissimo esordiente nel 1988.
Francesco Barbaro, il manager dell’artista che lo accompagnava fin dagli esordi, ha annunciato che Erriquez è morto questa mattina nella sua abitazione di Fiesole (Controradio)
Ne parlano anche altri giornali
Il buon Enrico, come detto, è sempre stata una persona molto riservato, ma allo stesso tempo energica, determinata e solare Musica italiana in lutto. (YouMovies)
Firenze - È morto questa mattina nella sua abitazione di Fiesole, Enrico Greppi Firenze (1º settembre 1960), in arte Erriquez, volto e anima della Bandabardò. "Il più scatenato, roboante e colorato gruppo folk italiano in attività", si legge aprendo il sito ufficiale della band, ed Erriquez rappresentava al meglio questo spirito. (RagusaNews)
Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un’avventura. Molto riservato ma solare Erriquez si è anche battuto da sempre nel sociale sposando le cause dei più deboli (FirenzeToday)
Bandabardò: morto Erriquez. Aveva 61 anni e da anni lottava contro un brutto male, una lotta combattuta nel silenzio della sua riservatezza fin alla fine, anche nella morte. L’addio sui social. L’addio ad Erriquez è stato dato dalla band con un lunghissimo post pubblicato sul profilo ufficiale dei Bandabardò. (Thesocialpost.it)
A confermarne la notizia il suo manager Francesco Barbaro, al suo fianco sin dagli esordi. Combatteva con un brutto male da tempo, ma la sua riservatezza e la sua energia non avevano mai permesso di far trasparire nulla all'esterno. (Leggo.it)
Enrico Greppi, oltre alla dedizione verso la passione della sua vita, la musica, era anche impegnato nel sociale, sempre al fianco dei più deboli e bisognosi Enrico aveva fondato la Bandabardò alla fine degli anni Novanta, dopo aver conosciuto il futuro chitarrista Alessandro Finazzo. (Caffeina Magazine)