SOCIETA'/RICERCA Un batterio complice dell'infarto
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Una ricerca italiana apre ipotesi a nuove cure.
A'/RICERCA Un batterio complice dell'infarto Andato in onda il: 13/01/2020. Un batterio intestinale sarebbe complice dell'infarto contribuendo a ostruire le arterie che portano ossigeno al cuore.
Laura Cason
La notizia riportata su altri giornali
In 50 pazienti colpiti da infarto è stata analizzata la concentrazione della capsula batterica presente nei trombi ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale (angina stabile) e di 50 soggetti di controllo. (LavoroLazio.com)
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Secondo gli scienziati italiani il batterio, Escherechia Coli, risulta in circolo nel sangue dei pazienti e presente anche nell'arteria ostruita che causa l'infarto. La scoperta potrebbe portare allo sviluppo di farmaci per l'infarto, ma soprattutto di un vaccino preventivo per gli individui a rischio. (Quotidianodiragusa.it)
In 50 pazienti colpiti da infarto è stata analizzata la concentrazione della capsula batterica presente nei trombi ed è stata confrontata con quella di 50 pazienti in condizione normale e di 50 soggetti di controllo. (Tecnomedicina)
E’ stato visto che è possibile fermare l’infarto a livello sperimentale con una molecola specifica che impedisce al batterio di legarsi con cellule immunitarie specifiche presenti nell’arteria dove è in atto la formazione del trombo. (Vivicentro)
Come identificare i sintomi di un attacco di cuore (lo vedi sempre nei film: qualcuno si arrabbia, si stringe il petto e collassa con un infarto). Ma lo stress può davvero causare un infarto? (VicenzaToday)