Caso dossier. Gli 007 israeliani, l'Eni, le Procure: cosa c'è negli archivi delle spie
Ansa Indagando sulle attività dell’Equalize, la società fabbrica report del presidente di Fiera Milano Enrico Pazzali (che si è sospeso a seguito dell’inchiesta che lo vede indagato) e dell’ex poliziotto Carmine Gallo, per i carabinieri del Nucleo Investigativo di Varese, «è evidente il pericolo che corre la sicurezza nazionale per il potere eversivo delle attività criminali del gruppo denominato via Pattari 6 (indirizzo milanese in cui gli stessi hanno i loro uffici e la sede dei loro affari) e per il coinvolgimento di soggetti legati ad asset economici strategici per la Nazione». (Avvenire)
Su altre fonti
"Mi hanno mandato un paio di dati, dopo te li mando appena me li danno seri! - "Ok, ok quello è il centro a cui fa capo la Polizia Postale". Parlano così mentre non sanno di essere intercettati l'hacker Samuele Calamucci e l'ex poliziotto Carmine Gallo. (TGLA7)
Avranno avuto strumenti tecnologici «pari se non superiori alle forze dell’ordine», per ordire depistaggi e ric… Come la divisa arruolata dalla banda degli spioni che riceveva in regalo dal negoziante di Seregno un paio di Hogan in cambio di un passaporto facile. (La Repubblica)
Come ad esempio l’incontro tra gli hacker spioni al servizio del potere di via Pattari 6 e gli israeliani per discutere di Eni, «cliente», peraltro, della stessa squadra finita sotto i riflettori della procura antimafia di Milano (Domani)
Per l’aggiunta Alessandra Dolci e i pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco c’era un’associazione a delinquere che effettuava migliaia di accessi illeciti alle banche dati riservate. La banda dei dossier poteva contare su una talpa in grado di far filtrare “informazioni ricevute che riguarderebbero un’attività del Cnaip“, cioè il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia Postale. (Il Fatto Quotidiano)
Sarebbero, nella sostanza, altre frasi pronunciate, con dichiarazioni spontanee davanti al gip, da uno dei quattro arrestati nell'inchiesta milanese sul network di cyber-spie. "Temo per l'incolumità mia e della mia famiglia, mi passavano i dati e io facevo i report, eseguivo". (La Gazzetta del Mezzogiorno)
«Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese, in grado di “tenere in pugno” cittadini e istituzioni». Le parole del pm Francesco De Tommasi sui protagonisti del nuovo scandalo dossieraggi, dà bene l’idea di quanto in alto potesse colpire la «macchina degli spioni» messa in piedi dal presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, e dalla sua agenzia investigativa Equalize srl. (Corriere della Sera)