Il pistolotto di Saviano: "Giù le mani da Atreju, non c’entra nulla con la vostra fiera o sagra", come sempre allineato all'ordine dominante

È tornato a farsi vivo l'immarcescibile bardo cosmopolita Roberto Saviano, l'aedo della globalizzazione libereralprogressista del sontuoso attico di Nuova York, sempre cinto da noi a patrizia e sempre sorvegliato dai nerboruti e guardinghi uomini della scorta. Roberto Saviano passa presso l'opinione pubblica per essere l'intellettuale dissidente, disallineato rispetto al potere: ma a una più attenta analisi egli risulta essere l'intellettuale massimamente funzionale all'ordine simbolico dominante della globalizzazione liberalprogressista, arcobalenica e wokista. (Il Giornale d'Italia)

Su altri media

ROMA — Freddo cane. Pioggia battente. Taccuini bagnati. Persino i re Magi giunti da Capranica sono mogi. Scusi, lei vota per Fratelli d’Italia? «Madeché». Poi nel buio Arianna Meloni pigia un tasto e si accendono le luci dell’albero di Natale. (la Repubblica)

Nel pannello trovano spazio tanti volti noti, dall'immancabile Elly Schlein al leader del M5S Giuseppe Conte. (Adnkronos)

La polemica, prima di tutto. Questa volta a montare il caso, ormai stantio, è l'Huffington Post con un'intervista a Roman Hocke, agente letterario e amico dello scrittore Michael Ende, in cui dice chiaramente che il partito della premier "non ha il permesso di politicizzare l'opera dell'autore". (il Giornale)

“Alla fine i cattivi vincono sempre”. Il ritorno di Bertinotti ad Atreju

"Mi ha ricevuto a Palazzo Grazioli e mi ha invitato a cena -ricorda il conduttore imitando la voce del Cavaliere- sono andato, abbiamo cenato, c'erea il risotto tricolore, le solite cose, c'erano anche Letta e Bonaiuti. (Civonline)

Qui c’è una storia da raccontare. Poi il palco, in perfetta armonia col contesto. (La Stampa)

«Vincono i cattivi, non i buoni, e per di più a volte i cattivi vincono in maniera scandalosa. I cattivi si mimetizzano al punto di apparire l'ordine naturale delle cose», come se «quello che ti viene presentato è senza alternative». (Il Dubbio)