L’agenda anti-popolare di Ursula reloaded (di S. Fassina)

Allegria a Strasburgo: nonostante i risultati elettorali di giugno, la “maggioranza Ursula” si allarga. I “barbari”, per insuperabili limiti strutturali della loro interpretazione dell’interesse nazionale e per pochezza delle loro leadership, rimangono fuori le mura della cittadella assediata dagli hillbilly del nostro continente. Domina la miopia politica, in particolare nella famiglia socialista, senza anima e senza identità, senza funzione storica, sempre più a rimorchio dei generali tedeschi del Partito Popolare Europeo. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri giornali

Il co-presidente dell’Ecr, Nicola Procaccini, spiega il no del suo partito, FdI, alla rielezione di von der Leyen. E anche l’Europarlamento si è spostato più a destra» (Milano Finanza)

A spingere verso il "no" è stato un principio di coerenza, spiega Giorgia Meloni quando tutto è finito, in un videomessaggio di 52 minuti: "Siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"È una giornata emozionante, dimostra che il duro lavoro degli ultimi cinque anni è stato riconosciuto. C'è molto da fare e sono piena di idee per il prossimo mandato. Ma devo dirvi che ora per prima cosa ho bisogno di riposo: vedrò la mia famiglia, mi prenderò una pausa. (La Stampa)

La partita di Meloni in Europa si complica: il no a von der Leyen potrebbe costargli il commissario

Momenti di alta tensione a Strasburgo, a tal punto che la Presidente del Parlamento Metsola ha spento il microfono di un’eurodeputata. Prima del voto dei parlamentari si ascoltano i discorsi. (Radio Radio)

La candidata tedesca è stata sostenuta dal suo partito (Ppe), dai socialisti e dai liberali e questo le ha consentito di superare la soglia necessaria di 361 voti. Ursula von der Leyen è stata rieletta alla guida della Commissione europea con 401 voti. (Tempi.it)

Nicola Procaccini, l'uomo di punta di Giorgia Meloni al Parlamento europeo, non ha dubbi: nonostante la copiosa delegazione di Fratelli d'Italia a Bruxelles abbia deciso, dopo un lungo tentennamento, di non votare Ursula von der Leyen per un secondo mandato da presidente della Commissione Ue, il nostro Paese non avrà ripercussioni e otterrà un portafoglio di peso, così come richiesto dalla premier a più riprese. (EuropaToday)