Botta e risposta Meloni-Conte sugli stipendi dei ministri: ‘M5s pagava Grillo coi soldi pubblici’. ‘Non si permetta, da anni restituiamo 100 milioni’

Botta e risposta in Aula alla Camera tra Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Durante la replica la premier ha attaccato il Movimento 5 stelle rispondendo a chi le chiedeva conto dell’emendamento che prevedeva di alzare lo stipendio dei ministri che non sono anche parlamentari. Dicendosi d’accordo con Crosetto che proponeva di ritirare l’emendamento, la premier ha attaccato: “Prendo atto che per alcuni colleghi dell’opposizione lo stipendio dei parlamentari è troppo alto per un ministro. (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altre testate

Nell'organismo della politica circolano ancora le ultime scorie del grillismo deteriore, quello dell'«uno vale uno». Tutti uguali, dal banchiere centrale al miracolato mandato in Parlamento con tre clic e un gazebo con le sedie da picnic. (il Giornale)

Cancellata la parte della norma che prevedeva un aumento di 3.500 euro netti al mese per i componenti del governo che non sono parlamentari. Ci sarà comunque "il diritto al rimborso delle spese di trasferta da e per il domicilio o la residenza per l’espletamento delle proprie funzioni" ascolta articolo (Sky Tg24 )

Sulla spinosa questione degli stipendi ai ministri non eletti in Parlamento, in termini in principio condivido in pieno il ragionamento di Nicola Porro, quando sottolinea che costoro “ricoprono un ruolo importantissimo” e, di conseguenza, “vorrebbero essere pagati come merita il loro ruolo”. (Nicola Porro)

Monica Ciaburro, la deputata di FdI dell'emendamento sullo stipendio dei ministri: «Nessuna spinta da parte del governo, volevo sanare una disparità»

Salta l’equiparazione degli stipendi con i parlamentari ma restano i rimborsi. Cambia anche la norma anti-Renzi (LA NOTIZIA)

Tanti emendamenti approvati nella notte. Si punta a chiudere in giornata, con il mandato al relatore prima delle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo (AGI - Agenzia Italia)

Come è nato l’emendamento, poi saltato in queste ore, che equipara lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari non parlamentari a quello dei loro colleghi eletti? «È nato nella scorsa legislatura» risponde Monica Ciaburro, deputata di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Difesa, e secondo fonti qualificate del palazzo la parlamentare a cui è stato affidato il dossier sull’aumento di stipendio dei ministri. (Corriere Roma)