Corea del Sud, Yoon torna a parlare e promette di «combattere fino alla fine»
Dopo quattro giorni di silenzio e invisibilità, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è tornato a parlare alla nazione giovedì mattina in un messaggio televisivo. Non per annunciare le dimissioni chieste ogni sera a gran voce da migliaia di manifestanti davanti all’Assemblea nazionale. Bensì per annunciare che intende «combattere fino alla fine, per impedire che le forze e i gruppi criminali responsabili della paralisi del governo del Paese e del disturbo dell’ordine costituzionale minaccino il futuro della Repubblica di Corea». (Il Sole 24 ORE)
Ne parlano anche altri media
Un'unità investigativa speciale della polizia sudcoreana ha annunciato di aver perquisito l'ufficio presidenziale, una settimana dopo il fallito tentativo del presidente Yoon Suk Yeol di imporre la legge marziale nel Paese. (Corriere della Sera)
L’ex ministro della Difesa sudcoreano, è finito ufficialmente in arresto martedì, pochi giorni dopo aver rassegnato le dimissioni. Una vicenda che di per se ha già fatto parecchio rumore, visto che le accuse contro di lui non sono leggere: avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’attuazione della legge marziale, proclamata il 3 dicembre dal presidente Yoon Suk-yeol e poi rapidamente ritirata a seguito delle proteste. (L'Opinione)
Ancora caos in Corea del Sud. L'ex ministro della Difesa, Kim Yong Hyun, ha tentato di uccidersi in un centro di detenzione a Seul dopo essere stato arrestato oggi con l'accusa di abuso di potere e di aver giocato un ruolo chiave nei fatti accaduti recentemente nel Paese. (Liberoquotidiano.it)
L'ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun ha tentato di togliersi la vita in un carcere a Seul, dove è detenuto con l'accusa di insurrezione legata a una indagine sulla legge marziale del presidente Yoon Suk-yeol, dichiarata il 3 dicembre e ritirata poche ore dopo per la bocciatura del Parlamento. (Sky Tg24 )