Wurstel e hamburger sotto accusa: la carne rossa lavorata aumenta il rischio di demenza

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Tiscali Notizie SALUTE

Il consumo regolare di carne rossa lavorata, come wurstel e hamburger, è stato associato a un aumento significativo del rischio di demenza e declino cognitivo. Secondo uno studio pubblicato su Neurology, condotto da ricercatori di Harvard e altri prestigiosi istituti, ogni porzione giornaliera di carne lavorata accelera l’invecchiamento cognitivo di circa 1,6 anni. Lo studio ha coinvolto 133.771 partecipanti, seguiti per oltre quattro decenni. (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri media

Sì, proprio negli Stati Uniti, un nuovo studio collega al consumo eccessivo di carne rossa gli effetti negativi sulle facoltà cognitive, focalizzandosi su aspetti ritenuti di secondaria importanza per gran parte della ricerca scientifica. (Gambero Rosso)

Secondo uno studio del Brigham and Women's Hospital di Boston pubblicato su Neurology online, l'assunzione eccessiva di alcuni alimenti può aumentare il rischio di declino cognitivo. Secondo i ricercatori inglesi sono i prodotti di carne lavorati, la carne rossa, ma anche la pancetta, la salsiccia, la mortadella, gli alimenti che se consumati in dosi elevate possono portare a demenza a livello più alto rispetto a chi ne consuma meno. (La Gazzetta dello Sport)

L’infiammazione cerebrale, o neuroinfiammazione, è un processo patologico che può danneggiare le cellule cerebrali e giocare un ruolo chiave nello sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Morbo di Parkinson e altre forme di demenza (Microbiologia Italia)

Per l’esattezza, 85 grammi di questa categoria di alimenti, specie se si tratta di carne processata, valgono un anno e mezzo per il nostro cervello. Un recente (ma al contempo vecchio, ora vi spieghiamo perché) studio rivela che mangiare una certa quantità di carne rossa al giorno può inficiare notevolmente sull’invecchiamento cognitivo. (Dissapore)

Lo studio in questione è stato pubblicato sulle pagine di Neurology, la rivista ufficiale dell’American Academy of Neurology, e se da una parte mette in luce questioni poco indagate e da confermare con ulteriori ricerche, dall’altra si candida a infoltire una ricca letteratura in materia che si associa alle indicazioni di istituzioni e società scientifiche. (WIRED Italia)

Numeri destinati a triplicare entro il 2060, secondo le stime di una nuova ricerca pubblicata su Nature Medicine. A soffrirne di una forma di demenza nel mondo sono oltre 55 milioni di persone, di cui 1,2 milioni in Italia (nel 60-70 per cento dei casi si tratta di Alzheimer). (Today.it)