Aria fritta a lungo raggio – Analisi Difesa

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Analisi Difesa ESTERI

Aria fritta a lungo raggio Il dibattito sull’opportunità o meno di fornire all’Ucraina il via libera all’impiego contro obiettivi sul territorio russo delle armi a maggior raggio d’azione consegnate alle forze armate di Kiev da alcuni partner UE e NATO si è risolto in un nulla di fatto. Tanto rumore per nulla potremmo dire, anche se la questione va affrontata separando gli aspetti militari da quelli politici, con questi ultimi che hanno avuto decisamente un maggior peso e una più ampia eco mediatica. (Analisi Difesa)

Se ne è parlato anche su altri media

Per il Pentagono questo non cambierebbe comunque gli esiti della guerra. Kiev vuole ricevere il permesso degli Stati Uniti per usare armi offensive a raggio elevato per colpire basi in profondità sul territorio russo. (il Giornale)

Avanzano a bordo di blindati americani e tank britannici. La invadono. (Corriere della Sera)

Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, saranno oggi in missione congiunta a Kiev dopo aver discusso faccia a faccia a Londra della prosecuzione del sostegno di Washington e Londra all'Ucraina in guerra con la Russia, oltre che del conflitto israelo-palestinese e di altri dossier mediorientali a cominciare da quello iraniano. (Corriere del Ticino)

Unrwa, in raid su scuola Nuseirat uccisi sei nostri membri (Il Sole 24 ORE)

La Casa Bianca sarebbe intenzionata a revocare alcuni limiti all’uso delle armi a lungo raggio donate a Kiev per consentire una migliore protezione dai missili russi. Gli Stati Uniti hanno valutato questa decisione assieme al Regno Unito, anche in seguito alla notizia che l’Iran aveva spedito alla Russia un rifornimento di missili balistici. (Il Fatto Quotidiano)

Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri britannico David Lammy si sono recati a Kiev per discutere tra l'altro il possibile uso di missili americani Atacms e britannici Storm Shadow per colpire in profondità il territorio russo. (La Stampa)