Tajani sul mandato d'arresto per Netanyahu: «Le decisioni della Corte penale internazionale siano giuridiche e non politiche»

«L’eventuale arresto di Netanyahu dopo la decisione della Corte penale internazionale? Rispettiamo le decisioni ma siamo convinti che debbano essere giuridiche e non politiche. Consideriamo un errore equiparare colui che ha organizzato e pianificato e attuato la strage del 7 ottobre 2023 con un capo del governo di un paese democratico regolarmente eletto» . Con queste parole il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani a margine dell’evento Med-Dialoghi Mediterranei a Roma, commenta i mandati di arresto della Cpi per Netanyahu e l'ex ministro israeliano della Difesa Gallant. (Corriere TV)

La notizia riportata su altre testate

La posizione dell'Italia e del governo è la posizione del presidente del Consiglio, che il ministro degli Esteri ha il dovere di attuare anche perché poi il ministro degli Esteri condivide la posizione del presidente del Consiglio". (Adnkronos)

Di Roberto Brunelli ROMA sì, Londra no, Pechino forse: è quantomai erratica la mappa degli ipotetici spostamenti che si apre a Benjamin Netanyahu e al suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant dopo i mandati d’arresto emessi dalla Corte penale internazionale per "crimini di guerra e contro l’umanità". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La decisione della Corte Penale Internazionale costituisce, una nuova fase qualitativa, nel chiedere conto a Israele, per i suoi atti e le sue responsabilità davanti alla comunità internazionale e nel classificare i suoi leader come criminali di guerra e autori di crimini contro l’umanità. (Contropiano)

Governo, Tajani "Sulla politica estera nessuna divisione"

Così come del tutto prevedibili le reazioni indignate da parte di Tel Aviv e degli Stati Uniti ai mandati di arresto contro il primo ministro Bibi Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant, con la solita accusa alla Corte di essere “antisemita”. (Avvenire)

La Corte penale internazionale equipara il leader di Gerusalemme al jihadista Deif. Per fortuna però, al di là di questa svista, evita di mettere sullo stesso piano lo sterminio di un popolo e i danni collaterali della guerra. (La Verità)

Sul conflitto in Medio Oriente e sulle accuse della Corte Penale Internazionale al premier israeliano Benjamin Netanyahu "non siamo divisi, perché la linea in politica estera la danno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. (La Provincia di Cremona e Crema)