Rassegna stampa Non dirmi che hai paura
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Caterina Bogno Film TV Il colpo di pistola su cui si apre Non dirmi che hai paura è quello che nel 2008 inaugura la gara dei 200 metri alle Olimpiadi di Pechino. Subito dopo il nero e i titoli di testa, però, c'è una corsa ben diversa ad attendere Samia (Ilham Mohamed Osman): cresciuta col sogno di Mo Farah nella Somalia post generale Barre, in una Mogadiscio lacerata dal conflitto civile, dovrà andare più veloce dei trafficanti, delle onde, dei signori della guerra e degli islamisti che, sulla pista, la vorrebbero avvolta nel chador (MYmovies.it)
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Samia Yusuf Omar aveva 17 anni, le gambe magre e lunghe da antilope. Ma non importava: ce l’aveva fatta, e tutto il pubblico di Pechino applaudì quella ragazzina minuscola, con i leggins neri e una magliettina di cotone. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ma Non dirmi che hai paura aveva qualcosa di speciale, a cominciare dalla storia di cui parla, che è quella di Samia Yusuf Omar, la giovane atleta somala col sogno di correre più veloce e più lontano della sua condizione di donna nella Somalia soffocata dall’integralismo. (il manifesto)
Dopo i prestigiosi riconoscimenti ottenuti ai festival di Tribeca e Roma, il film debutta in Italia con un evento esclusivo che celebra l’indimenticabile storia di Samia Yusuf Omar, giovane atleta somala e simbolo di speranza e determinazione. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Un scena del film “Non dirmi che hai paura” diretto dalla regista tedesca Yasemin Samdereli (Avvenire)
Cambi angolazione geografica, dall’Alabama alla Somalia, e ti sembra di cambiare pianeta. Non siamo qui a parlare di film “necessari”, di film pro o contro qualcuno o qualcosa. (Il Fatto Quotidiano)