Vani furori ideologici e il paradosso del referendum
ANSA Aveva colpito, prima dei toni rialzati ieri con lo scomposto invito del ministro Calderoli alle opposizioni a tacere, l’aplomb con cui la maggioranza ha accolto quella che è invece una sonora sconfitta, ovvero il comunicato della Corte costituzionale che cassa, in attesa del testo della sentenza, ben 7 punti della legge sull’autonomia regionale differenziata. Nessun attacco alle «toghe rosse» e nemmeno ingerenze di miliardari americani. (Avvenire)
Su altri giornali
Vero, ma ha perso". Attilio Fontana, presidente leghista (e milanista) della Regione Lombardia, inquadra così il dibattito sulla legge per l’autonomia differenziata dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, mosso dai ricorsi delle Regioni contrarie (e rosse): Toscana, Campania, Puglia e Sardegna. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Confesso: conoscendo da che parte pende la maggioranza dei giudici della Corte costituzionale, sull’autonomia differenziata temevo il peggio. Invece, il verdetto della Consulta ha di fatto tenuto in piedi la riforma Calderoli, affossando il referendum che puntava ad abolirla. (La Verità)
La sentenza riguarda la legge, non il lavoro del Clep. La legge Calderoli è stata bocciata in alcune parti. (Corriere della Sera)
Prendiamo in parola governo e opposizione. (Corriere della Sera)
«Mattarella è stato chiarissimo. Si era creata una attesa eccessiva per la sua promulgazione confondendo le questioni di merito politico con quelle di legittimità costituzionale», spiega Umberto Ronga, ordinario di Diritto costituzionale al dipartimento di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. (Avvenire)
Dopo due giorni di Camera di consiglio, giovedì 14 novembre è arrivata la decisione della Corte costituzionale che ha accolto parzialmente i ricorsi delle quattro Regioni guidate dal centrosinistra (Campania, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno impugnato la legge Calderoli. (Il Mattino di Padova)