Manovra, anche i piccoli editori pagheranno la web tax sui ricavi dalla pubblicità online. La Fieg: “Stupore e amarezza, è una beffa”

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Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

L’allargamento della web tax alle piccole e medie imprese, previsto dalla legge di Bilancio per il 2025, colpirà inevitabilmente anche i giornali che realizzano ricavi dalla pubblicità online. La Federazione italiana degli editori (Fieg) esprime per questo “stupore e amarezza” e auspica “un intervento correttivo del Parlamento che eviti la beffa di una nuova tassazione sulle imprese italiane del settore, le stesse imprese che si intendeva tutelare e salvaguardare“. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri giornali

Il riconoscimento ha una particolare importanza perché è raro che venga conferito a personalità non irlandesi. (Frosinone News)

ANSO contro la web tax: “La norma sull’imposta sui servizi digitali è sbagliata”. (Il Capoluogo)

"Si rischia di pregiudicare le startup e lo sviluppo del settore – spiega il presidente di Cna Digitale, Nicola Ciulli –. Preoccupazione da parte della Cna per la proposta governativa di estendere la "web tax" a tutte le imprese italiane che operano nel settore digitale, senza più limiti di fatturato. (il Resto del Carlino)

Roma, 25 Ottobre 2024 «La decisione del Mef» di istituire una web tax «ha un suo fondamento dal punto di vista finanziario ma io personalmente avrei fatto qualche ragionamento in più e credo che il ministro Giorgetti stia valutando una sorta di progressione di tassazione». (Agenparl)

"Una Digital services tax più pesante – fa notare Paolo Barberis, cofondatore di Dada e papà di Nana Bianca, incubatore di startup – finirà per essere scaricata sulle tasche dei consumatori". Ma con l’allargamento della web tax e l’innalzamento della tassazione sulle cripto-attività dal 26% al 42% i morti che parlano rischiano di essere due: i consumatori e le aziende più innovative. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

I timori sulla nuova "web tax" all'italiana si fanno sempre più fondati dopo la decisione del governo Meloni di modificare l'imposta sui servizi digitali, introducendo nella bozza della manovra una vera e propria norma "stanga-imprese". (Today.it)