Al 42° Torino Film Festival, Ron Howard racconta il suo Eden: “Costruire il futuro badando gli uni agli altri”
Eden è l’ultimo film di Ron Howard in cui il regista cerca di raccontare la vera natura dell’uomo una volta posto davanti alla sopravvivenza imposta dalla natura ma anche dei suoi simili. E' il regista due volte premio Oscar uno dei grandi protagonisti di questo inizio del 42° Torino Film Festival. Una storia di 15 anni fa “Ho incontrato questa storia circa 15 anni fa. Sono rimasto affascinato dai singoli personaggi e più leggevo di loro, più pensavo che c’era qualcosa di così classico in quello che vivevano. (TorinOggi.it)
Su altre fonti
Il regista americano, democratico di lungo corso, è preoccupato della piega che ha preso la politica americana, soprattutto dopo la vittoria di Trump, un ulteriore tassello di un mondo che, a suo giudizio, sta diventando sempre più minaccioso: “Siamo nel bel mezzo di una nuova rivoluzione industriale, l’impatto delle nuove tecnologie è ancora lontano dall’essere compreso a pieno, l’equilibrio con la natura è alterato. (cinematografo.it)
Non sappiamo quanto Ron Howard conosca Ludwig Feuerbach. Di sicuro lo conosceva il dottor Friedrich Ritter. (cinematografo.it)
Le biografie, gli eventi e i personaggi fuori dall’ordinario non sono mai mancati nella carriera di Ron Howard. Basti pensare che al fianco della sua filmografia di finzione, il regista statunitense accompagna da decenni anche un nutrito percorso documentaristico. (My Red Carpet)
Torino —Ron Howard non si sottrae a una domanda su Trump: «Le elezioni sono avvenute. Il regista — che ha aperto il Torino Film Festival con Eden — ha un legame artistico con il prossimo videpresidente, J. (la Repubblica)
Un oggetto inconsueto nella categoria di un regista, Ron Howard, spesso impegnato a smussare gli angoli e a testimoniare chi ha valorizzato quanto aveva a disposizione per cambiare le proprie vite e quelle altrui con azioni esemplari. (ComingSoon.it)
Il veterano di Hollywood che celebra miti e patria ha realizzato un film indipendente, «era l’unico modo, e la dice lunga sul controllo delle major». (Corriere della Sera)