Berlusconi e Gheddafi, poi Minniti con le tribù: gli accordi Italia - Libia

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Corriere Roma INTERNO

Tra Italia e Libia l’accordo bilaterale più corposo degli ultimi anni conteneva un patto di non aggressione. Meno di tre anni più tardi fu seguito da bombardamenti mirati, la partecipazione del nostro Paese all’offensiva aerea internazionale dalla quale, nel 2011, derivò la caduta del regime libico dopo che Muhammar el Gheddafi aveva fatto sparare sui suoi cittadini in rivolta. Firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal Colonnello, il «Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Giamahiria Araba Libica Popolare socialista» è tuttora in vigore malgrado il secondo dei due Stati non si chiami più così. (Corriere Roma)

Su altre fonti

Sono tanti i dossier scottanti che riguardano i due paesi: dall’immigrazione agli investimenti di Eni nel settore energetico locale fino alla storica presenza italiana in quel paese che rischia di essere messa in pericolo da queste crisi. (Il Riformista)

La prima spiegazione di Matteo Piantedosi sul rilascio del generale Almasri lascia aperti molti interrogativi sul rimpatrio lampo del capo della polizia giudiziaria libica. Di certo non basta alle opposizioni, che continuano a chiedere a Giorgia Meloni di metterci la faccia e, anzi, sembrano ancor più sconcertate dopo il question time del ministro dell’Interno, oggi in Senato. (Avvenire)

(Adnkronos) – Con la prossima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio parte il conto alla rovescia dei 5 anni che ci separano dal 2030, un tempo che dovrà essere impiegato per inserire nel quotidiano buone pratiche, azioni e comportamenti concreti volti a ridurre della metà lo spreco alimentare, traguardo prospettato dal target 12.3 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

''Il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa''. (Adnkronos)

Dopo la richiesta di chiarimenti da parte delle opposizioni, il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, in Aula al Senato ha risposto alle contestazioni spiegando come sono andate le cose: "Il 21 gennaio la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico", perché "valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa". (Liberoquotidiano.it)

Almasri, flash mob Avs a palazzo Chigi: è una vergogna di Stato 23 gennaio 2025 (Il Sole 24 ORE)