"Prima Berlusconi, ora Meloni...". L'inquietante profezia sulle mosse delle toghe
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La clava dell’uso politico della giustizia in primis ha colpito Silvio Berlusconi e ora, solo in un secondo momento, ha nel mirino Giorgia Meloni e il governo che presiede. Questo il ragionamento del senatore forzista Maurizio Gasparri che, per spiegare il nodo Almasri e l’odierna vicenda giudiziaria che ha colpito la premier, riesce a pescare nel passato l’esempio del Cavaliere, allora presidente del Consiglio e primo vero “martire della giustizia” nell’area del centrodestra odierno. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri media
Una sfida incrociata che si sta esasperando e che vede Giorgia Meloni esibire trionfali sondaggi per sé dopo la rabbiosa e pubblica denuncia lanciata contro le «toghe rosse», eterno nemico del centrodestra. (Corriere della Sera)
Mettere il segreto di stato sul caso Elmasry chiuderebbe la vicenda. Ma tenerla aperto, per Meloni e il suo governo, è un investimento a resa sicura: la base si galvanizza per le botte da orbi ai giudici e i sondaggi vedono FdI guadagnare consensi su consensi, mentre le contromisure delle opposizioni, sin qui, si sono limitate all’invettiva, senza riuscire a incidere davvero. (il manifesto)
Fronti che per Fratelli d’Italia rappresentano una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti di Meloni e del partito tutto e che sono stati oggetto, tra le altre cose, di discussione nella direzione di FdI di questa mattina. (LAPRESSE)
"Attualmente mi sento di sinistra, non voto a destra dalle politiche del 1994". A parlare è Luigi Li Gotti, l'avvocato che ha presentato alla Procura di Roma una denuncia contro la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. (Today.it)
C'è una sinistra nei giornali, nella politica e nella magistratura. Legittimo che qualcuno non sia d'accordo. (Tiscali Notizie)
Snella e in punta di diritto, senza entrare nei dettagli della ricostruzione delle 72 ore che tra il 18 e il 21 gennaio hanno portato prima all’arresto e poi al rimpatrio, con tanto di volo di Stato, del torturatore libico Njeem Osama Almasri. (Il Fatto Quotidiano)