Mamma denuncia il figlio di 17 anni: «L'ho fatto per salvarlo, era con Emanuele Tufano la notte che è morto»
«Una mamma che denuncia sa che il figlio è in pericolo». E lei lo aveva fatto, aveva crcato aiuto e continua a farlo per provare a cambiare le cose. Non solo per la sua famiglia, ma per tutte quelle che vivono ogni giorno con la paura che qualcosa di terribile possa accadere ai propri figli. A parlare, a una settimana dalla tragedia, è la mamma del ragazzo di 17 anni rimasto ferito nella sparatoria in cui è morto Emanuele Tufano, il ragazzo di 15 anni ucciso nella notte tra il 24 e 25 ottobre a Napoli (leggo.it)
La notizia riportata su altre testate
Un adolescente di 15 anni colpito alla testa è “in pericolo di vita” dopo la sparatoria che ieri sera, intorno alle 22.45, ha provocato i cinque feriti nel quartiere Couronneries, ha poi confermato il ministro dell’Interno francese, che ha parlato di episodio legato al traffico di droga. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Attiva la lettura vocale Un corteo silenzioso ha attraversato il Rione Sanità seguendo il carro funebre con la bara di Emanuele Tufano, 15enne ucciso a colpi di pistola nella notte tra il 23 e... (Virgilio)
Qualcuno imparentato con i Sequino, qualcun altro con i Vastarella mentre sull’altro fronte il 15enne indagato a piede libero per la sparatoria in passato, quando non era imputabile, partecipò all’aggressione a coltellate di un minorenne del Bangladesh. (ROMA on line)
Tra le mani una pistola invece che la playstation: ci sarebbero stati anche dei bambini di meno di 14 anni, forse armati, in sella agli scooter che sfrecciavano a tutto gas a Napoli la notte tra il 23 e il 24 ottobre nel luogo dove è morto il 15enne Emanuele Tufano, ammazzato da un colpo di pistola alla schiena Cosa è successo: guerra tra "paranze" (Tiscali Notizie)
"Manu vive": Napoli i funerali del 15enne ucciso Intanto proseguono le indagini sul caso (Ottopagine)
La morte di Emanuele Tufano ha riaperto il dibattito sulla dispersione scolastica. C’è la consueta fretta di affibbiare delle responsabilità e la scuola appare il capro espiatorio ideale. Emanuele era iscritto in primo superiore ed era stato respinto per la frequenza irregolare. (La Repubblica)