Scuola, il valzer delle nomine, più di tremila docenti a Brescia non sanno dove andare: “Mai capitato prima”

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IL GIORNO INTERNO

– Un gran pasticcio. Non usa mezzi termini Gianluigi Dotti, docente bresciano nonché rappresentante di Gilda Insegnanti. Ieri mattina il suo telefono, come quello di molti rappresentanti sindacali, ha iniziato a squillare presto. Dall’altra parte, colleghi arrivati a Brescia anche da altre province con la convinzione di prendere servizio. Invece, la beffa: arrivati nelle segreterie delle tante scuole bresciane, si sono ritrovati con un nulla di fatto, perché, poco prima delle 8, dall’Ufficio scolastico provinciale, diretto da pochi mesi da Filomena Bianco, è arrivato lo stop, una comunicazione in cui si diceva che la presa in servizio è momentaneamente sospesa, per delle verifiche in corso. (IL GIORNO)

Se ne è parlato anche su altri media

Confusione e smarrimento oggi a Brescia. Oltre tremila docenti, convocati con poche ore di preavviso per la firma dei contratti di supplenza, si sono visti negare la presa di servizio a causa di un’improvvisa sospensione decisa dall’Ufficio Scolastico Territoriale. (Orizzonte Scuola)

Nomine supplenze a Milano, “non è vero che è stanno avvenendo regolarmente”. Interviene la UIL scuola Lombardia Di (Orizzonte Scuola)

Supplenze da GPS 2024, anno nuovo problema vecchio: l’algoritmo non torna indietro. Chi è rinunciatario Di (Orizzonte Scuola)

Docenti precari hanno occupato nel primo pomeriggio la sede dell’Ufficio Scolastico Regionale Lombardia di via Soderini, a Milano. Un gruppo di manifestanti, con bandiere dell’Adl Cobas, si è presentato nella sede del provveditorato per protestare dopo la mancata nomina e incarico. (LAPRESSE)

Dopo la bufera, la protesta. Alcuni di loro sono stati poi ricevuti dai dirigenti dell'Ufficio scolastico. Nelle prossime ore (non è possibile sapere di preciso quando) dovrebbero essere pronte le nuove graduatorie che coinvolgono circa 3000 insegnanti in tutta la provincia di Brescia (Corriere della Sera)

«È scandaloso che chi lavora venga trattato come numeri, senza rispetto per la loro dignità e stabilità. (QuiBrescia.it)