Ucraina, Francia e Gb tornano a discutere di invio soldati europei

Mosca: "Abbattuti 8 missili balistici lanciati da Kiev" Le discussioni sull’invio di soldati occidentali e di compagnie di difesa private in Ucraina sono state riattivate in Europa. Lo ha appreso il quotidiano francese Le Monde da fonti attendibili. In particolare, preoccupa la prospettiva di un possibile disimpegno a favore di Kiev da parte degli Stati Uniti con l’insediamento di Donald Trump negli Stati Uniti il 20 gennaio 2025. (LAPRESSE)

Se ne è parlato anche su altri media

Francia e Regno Unito non escludono l’ipotesi di inviare soldati in Ucraina. La Germania, davanti all’ipotesi di un’escalation della guerra tra Kiev e la Russia, comincia a pensare ai bunker antiatomici. (CremonaOggi)

Kiev sta affrontando parecchie difficoltà in una fase cruciale del conflitto, quella che precede i possibili negoziati per la pace: non è un mistero che le forze russe di Vladimir Putin stiano spingendo per permettere allo zar di negoziare da una posizione di forza. (Nicola Porro)

Torna d'attualità il tema dell'invio di truppe occidentali e società di difesa private su suolo ucraino, alla luce della nuova fase di escalation della guerra e del possibile cambio di strategia degli Stati Uniti con l'elezione del presidente Donald Trump (ilmessaggero.it)

L'invio di truppe occidentali in Ucraina non è più un tabù

La domanda che affligge l’Europa da ormai più di un anno è soprattutto una: come deve reagire Bruxelles alla rielezione di Donald Trump e a un suo eventuale disimpegno in Ucraina? Rimanere in stallo, fare un passo indietro o addirittura rilanciare sono le tre opzioni di un’Unione che rischia di rimanere sola a sostenere un esercito, quello di Kiev, sempre più in difficoltà di fronte alla superiorità numerica e tecnologica degli uomini della Federazione che continuano ad avanzare nel Donetsk e preparano la riconquista totale del Kursk. (Il Fatto Quotidiano)

Ma la linea della Francia è sempre rimasta la stessa: «non escludere l’invio di soldati occidentali in Ucraina», «non fissare linee rosse», ed è stata ribadita di recente sia dal ministro per l’Europa Benjamin Haddad in un’intervista al Corriere, sia dal ministro degli Affari esteri Jean-Noël Barrot nel colloquio con la Bbc di sabato scorso. (Corriere della Sera)

Più si avvicina l’avvento di Donald Trump, più crescono i timori sulla tenuta dell’esercito ucraino, già provato da mesi di forniture militari a rilento e dalla crescente pressione dell’esercito russo. (LA NOTIZIA)