Volantini dell’esercito israeliano su Gaza: “Al mondo non importa nulla se vi facciamo scomparire”
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Il quotidiano israeliano Haaretz, documentando la nuova offensiva militare di Israele su Gaza, ha dato conto anche del contenuto dei volantini che l’esercito israeliano ha lanciato su tutta la Striscia. Nel testo, redatto in arabo, la popolazione palestinese viene minacciata di deportazione forzata con espliciti riferimenti ai piani prospettati dall’amministrazione statunitense. La deportazione avverrà “che lo accettiate o no”, si legge. (Il Fatto Quotidiano)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Da Gaza non esce nulla, se non le immagini. La scritta “press” sul dorso della giacca, i reporter palestinesi delle agenzie giornalistiche internazionali inviano fotografie dagli androni degli ospedali, documentando l’orrore. (Avvenire)
Gaza, oltre 700 morti. Protesta fuori dalla Knesset A Gerusalemme, anche oggi in migliaia marciano verso la Knesset, il Parlamento israeliano, contro la decisione del governo di riprendere la guerra. Oltre 700 i morti nella Striscia nelle ultime 48 ore. (TV2000)
Se qualcuno avesse avuto dubbi, ci ha pensato la Casa Bianca a dissiparli: il presidente Usa, Donald Trump, sostiene a pieno gli attacchi israeliani a Gaza degli ultimi giorni. Bombardamenti che sono ripresi nonostante fosse in vigore la tregua, che il premier di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, ha deciso di non rispettare. (LA NOTIZIA)
Gli israeliani marciano per protestare contro la ripresa dei combattimenti a Gaza e contro i piani annunciati dal Primo Ministro israeliano Netanyahu di licenziare il capo dello Shin Bet Ronen Bar, accanto all’ufficio del Primo Ministro a Gerusalemme, mentre si svolge una riunione del gabinetto. (Il Sole 24 ORE)
– Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, “sostiene pienamente” Israele, il suo esercito e le azioni intraprese a Gaza negli ultimi giorni. Roma, 20 mar. (Agenzia askanews)
I carri armati israeliani sono tornati a circondare il corridoio di Netzarim, la linea di demarcazione lunga circa 6 chilometri che Israele aveva ampliato e fortificato all’inizio della guerra per dividere il nord della Striscia di Gaza dal sud e per controllare meglio gli spostamenti della popolazione gazawita. (L'HuffPost)