Sinner a Pechino: "Troppe partite? I giocatori possono anche scegliere"
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Un anno dopo, nel posto dove tutto è iniziato. Jannik Sinner è arrivato a Pechino, accolto in maniera entusiasta dai fan cinesi, a dodici mesi di distanza da quella svolta che lo ha portato a diventare, oggi, il numero uno del mondo. Nel 2023 l’azzurro vinse questo torneo battendo Alcaraz e Medvedev, dimostrando di essere pronto a quella scalata che ha poi fatto nel 2024, con due slam vinti e il trono mondiale conquistato. (La Gazzetta dello Sport)
Ne parlano anche altri giornali
Ci eravamo tanto amati. O forse, in verità, nemmeno quello. Si parla di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, i due tennisti che si contendono lo scettro di migliore al mondo, due che agli inizi della loro pirotecnica ascesa avevano un buon rapporto, si allenavano insieme, dicevano belle cose l'uno dell'altro. (Liberoquotidiano.it)
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Insomma, il dibattito continua. Lo spagnolo numero 3 al mondo ha affermato che "molti giocatori" sono d'accordo con lui e avanza la possibilità che sia arrivato il momento di "dover fare qualcosa al riguardo" perché "il programma ci ucciderà", aveva già affermato la scorsa settimana Alcaraz alla Laver Cup, unendo la sua voce al crescente numero di tennistiche hanno sollevato l'argomento. (La Gazzetta dello Sport)
"Ho visto e ho sentito molti giocatori lamentarsi del programma, anche del calendario". Tra questi non c'è evidentemente Sinner, che martedì ha derubricato la questione: "Il programma è piuttosto lungo. (Eurosport IT)
Lo spagnolo, attuale numero 3 del ranking, ha così risposto a Jannik Sinner, che sul tema aveva fatto notare: «Se non vuoi giocare un torneo, non ti iscrivi». Carlos Alcaraz ha rinnovato le sue critiche ad un circuito Atp che giudica troppo affollato, affermando che «molti giocatori» sono d'accordo con lui ed aggiungendo «dobbiamo fare qualcosa al riguardo». (Il Messaggero)
Tante partite raggruppate in pochi mesi, senza mai avere una tregua. Continuano le critiche del numero 3 al mondo contro il circuito Atp; pochi giorni fa si era detto “non motivato e senza alcuna voglia” a causa della quantità di partite e tornei ravvicinati. (Il Fatto Quotidiano)