Perché ci sono soldati italiani in Libano?

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WIRED Italia INTERNO

Il rombo dei cannoni risuona nel sud del Libano, ma per il contingente italiano di caschi blu il fragore giunge solo ovattato perché a fargli scudo dal rumore ci sono metri e metri di terreno collinare e il cemento armato dei bunker. Mentre l'esercito israeliano avanza oltre il confine con carri armati e artiglieria, circa 1.200 soldati italiani si trovano in prima linea, parte di una forza internazionale di peacekeeping sempre più a rischio. (WIRED Italia)

La notizia riportata su altri media

Quella dei militari italiani in Libano «è un’operazione di peacekeeping, non di combattenti», ha detto il vic ministro degli Esteri rispondendo a una domanda su eventuali nuove regole di ingaggio. Queste le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tg2 Post. (Open)

C’è la Brigata Sassari alla guida di Unifil la forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite, circa 1.200 sassarini impegnati in in Medio Oriente dove la tensione continua a salire. (SardiniaPost)

I militari italiani della missione Onu di Unifil in Libano sono in 'allarme 2', ovvero vengono limitati al minimo gli spostamenti all'esterno della base. A quanto si apprende, i soldati sono in allerta all'interno della base ma non sarebbe stato al momento necessaria l'entrata nei bunker. (ilmessaggero.it)

Allerta per la missione Onu, i soldati italiani restano nella base: “Impossibili i pattugliamenti”

Lo annuncia il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Il personale militare italiano in Libano ha raggiunto le posizioni protette e al momento si trova precauzionalmente nei bunker. Unifil non è un obiettivo diretto degli attacchi, ma non bisogna sottacere che l’aumento del livello e dell’intensità degli scontri rende la situazione delicata. (L'Unione Sarda.it)

Il ministro degli Esteri: "Non siamo al momento dell’evacuazione ma siamo pronti a farlo, se si renderà necessario” Tajani sui militari italiani in Libano: “Sono in un’area a rischio ma Israele garantisce attenzione” (Dire)

– Anche se nessuno lo ammetterà mai nemmeno in un confessionale davanti a un prete, da giorni il comando dei militari dell’Unifil sapeva che da un momento all’altro le forze armate israeliane sarebbero entrate in Libano (QUOTIDIANO NAZIONALE)