Conte e il Napoli: tra scudetto, polemiche e un futuro incerto

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Antonio Conte, che alla vigilia della partita contro il Monza aveva già lasciato intendere malumori e frustrazioni, dopo la vittoria risicata per 1-0 ha trasformato la conferenza stampa in un monologo a metà tra l’autodifesa e la provocazione. «Non rinnego nulla, ma a Napoli ho capito che certe cose non si possono fare», ha esordito il tecnico, riferendosi alle promesse non mantenute dal club. Se in estate aveva ribadito che il Napoli «non doveva essere un club di passaggio», ora ammette di rischiare di «passare per bugiardo» se quelle stesse parole restano disattese.

La prima pagina di Tuttosport – «Napoli, Conte primo ma rompe! Spara a zero» – ha sintetizzato bene il clima. L’allenatore, senza mezzi termini, ha chiarito che «chi mi prende deve lottare per lo scudetto», aggiungendo con tono sfidante: «Non mi basta l’Europa, e se non ci sono i mezzi… sarà stato un bel viaggio insieme». Un messaggio diretto alla dirigenza, ma anche ai tifosi che durante la partita lo hanno contestato per le sostituzioni tardive. A loro, Conte ha risposto con una metafora pungente: «Al tifoso del Napoli non piace il sole e il mandolino, ma vincere. Se non vince, diventa cattivo».

Non è la prima volta che il tecnico si scontra con l’impazienza della piazza. Già a Venezia, mesi fa, aveva reagito alle critiche con un’analisi spietata delle aspettative della tifoseria. Stavolta, però, le sue parole suonano come un possibile preludio a un addio, nonostante il contratto triennale firmato appena un anno fa. Intanto, Scott McTominay, autore del gol decisivo, ha ammesso che «per mettere pressione all’Inter bisogna fare meglio», ma il dibattito si è spostato altrove.