Iran e Russia ancora più unite dopo la batosta in Siria
Un anno fa a quest’epoca erano passati poco più di due mesi dalla strage di Hamas. Israele sembrava in ginocchio: oltre allo choc umano per l’orribile carneficina, gli stupri, le prese di ostaggi, incombeva una sensazione di impotenza e vulnerabilità estrema. Le forze armate di Tel Aviv avevano subito una disfatta senza precedenti, l’intelligence del Mossad aveva una reputazione a pezzi. In tutto il Medio Oriente avanzava trionfante l’Asse della Resistenza, guidato dagli ayatollah iraniani: Hamas, Hezbollah, Houthi. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
Il leader dei ribelli siriani si rivolge alla comunità internazionale affermando che il mondo “non ha nulla da temere” dopo la svolta nel potere a Damasco. (la Repubblica)
Si dice che una delle doti più grandi di Ali Khamenei sia la pazienza. (Corriere della Sera)
Le attività commerciali riaprono dopo l’azione militare che ha portato i ribelli pro – Ankara alla guida della nazione. “Gli ospedali, nella parte nordoccidentale nella città di Idlib e ad Hama, sono pieni di feriti e i medici sovraccarichi di lavoro”, denuncia l’ente. (ByoBlu)
"Uno dei Paesi vicini alla Siria ha avuto un ruolo" nel rovesciamento del regime, ma "i principali responsabili del piano sono gli Stati Uniti e il regime sionista", ha detto Khamenei nel suo discorso incentrato sugli sviluppi in Medio Oriente, il primo dopo la fine dell'era Assad in Siria. (il Fatto Nisseno)
Si tratta quasi sempre di persone in basso nella scala gerarchica del regime caduto e che quindi non hanno avuto la possibilità di fuggire mentre gli alti gradi si sono dileguati. Dopo la caduta di Assad, la furia dei ribelli si è scatenata contro i fedeli del rais presi casa per casa e uccisi in esecuzioni sommarie. (Fanpage.it)
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