Crisi della sanità pubblica: crolla la prevenzione, 4,5 milioni di persone rinunciano a cure

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LA STAMPA Finanza SALUTE

La sanità pubblica: emergenza del paese. Boom della spesa delle famiglie, 4,5 milioni di persone rinunciano alle cure. Crolla la spesa per la prevenzione. E' la fotografia scattata dal rapporto che la Fondazione GIMBE pubblica periodicamente e rappresenta uno spaccato di analisi sulle condizioni e i problemi della sanità in Italia.Definanziamento cronico. Il Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN) dal 2010 al 2024 è aumentato complessivamente di € 28,4 miliardi, in media € 2 miliardi per anno, ma con trend molto diversi. (LA STAMPA Finanza)

Ne parlano anche altri giornali

L’anno scorso quasi 4,5 milioni di connazionali hanno rinunciato alle cure. In un solo anno è aumentata di più del 10 per cento la spesa che gli italiani sostengono di tasca propria (out of pocket) per le prestazioni sanitarie di cui hanno bisogno. (Corriere della Sera)

Sistema vicino al punto di non ritorno Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi; la crisi motivazionale del personale che abbandona il SSN; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati “dimostrano – continua Cartabellotta – che la tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate”. (Friuli Oggi)

E poi sprechi e inefficienze. Bisogna investire di più, ma bisogna anche riformare la sanità, perché investire nuovi miliardi più adesso aumenterebbe gli sprechi. (Tiscali Notizie)

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Sono 4 milioni e mezzo, infatti, gli italiani che hanno rinunciato alle cure, senza contare che la prevenzione è crollata al -18,6%. A dirlo è la fondazione scientifica Gimbe che ha appena pubblicato un’analisi basata sui recenti dati Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali) diffusi al pubblico la scorsa estate. (Corriere della Sera)

Ma in questo contesto Basilicata e Puglia sono le uniche regioni del Mezzogiorno ad essere “promosse” per quanto riguarda i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Secondo i dati del rapporto della Fondazione Gimbe sulle condizioni della sanità in Italia, c’è una frattura tra il Nord e il Sud. (Sassilive.it)

Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe non usa mezzi termini. Mancano i soldi, è insufficienti il finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn), si allargano i divari territoriali, i Lea, i livelli essenziali di assistenza, non vengono rispettati. (Partito Democratico)